La poesia di Arminio incanta la parrocchia
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Chieti. Lo scrittore e regista incontra studenti e fedeli ai Dodici Apostoli per iniziativa di don Emiliano
CHIETI. «Sacro è guarire». Si chiude così il nuovo libro di Franco Arminio, Sacro Minore (Einaudi) presentato alla parrocchia dei Santi Dodici Apostoli, a Chieti Scalo, in presenza dell’autore e del parroco e docente di religione cattolica don Emiliano Straccini, in una iniziativa promossa dalla parrocchia, dall’Istituto 3 di Chieti e dal liceo artistico Nicola da Guardiagrele. Sono in molti a pensare che la poesia sia un genere di nicchia, apprezzato solo dai pochi che, per sensibilità o formazione, trovano ancora nei versi la freschezza dell’acqua sorgiva. Eppure Franco Arminio da anni attraversa l’Italia per portare la poesia tra le persone, incoraggiando la pratica della poesia nel quotidiano, per dare senso al nostro tempo, per illuminare le pieghe più buie delle nostre inquietudini.
«La poesia è preghiera. Ci eleva, ci inebria, ci ristora l’anima e ci unisce con Dio. Se la poesia è questo», dice don Emiliano, «allora vuol dire che essa è sacra. Le pagine di Sacro Minore pertanto sono pagine che ci consegnano non l’ambizione di interrogare il divino attraverso un confronto dialettico, bensì scandiscono delle tappe che portano il lettore attraverso un percorso di ascolto, osservazione, dialogo e confronto con la realtà ed il mondo che ci circonda: «Sacro non è raccontare/ciò che sai/ma quello che ti commuove/e non sai perché».
I reading di Arminio sono sempre nuovi e diversi poiché coinvolgono i partecipanti nei tre momenti che scandiscono la serata: le poesie lette nel vernacolo locale; i canti intonati dal pubblico e condivisi nella coralità; i versi spontanei letti dai poeti presenti in sala.
L’atmosfera dell’incontro si fa di conseguenza viva e pulsante: saltano i ruoli, le distanze, i timori e la poesia diventa l’elemento naturale che lega insieme persone arrivate da ogni dove. «Il prodigio della poesia di Arminio», sottolinea don Emiliano, «si rivela anche nel suo essere generativa, come è accaduto per la copia de L’infinito senza farci caso, appartenuta a don Michele Masciarelli e ritrovata con le pagine fitte di versi spontanei annotati a margine». Ad arricchire la serata gli scatti del fotografo Joseph di Lello che ha voluto immortalare volti e storie, ragazzi intenti ad ascoltare la poesia che conforta e aiuta a liberarsi da paure e grigiori.
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