VASTO

Tunisino accusato di terrorismo, la Cassazione annulla l’arresto

12 Febbraio 2025

Taha Bouddetta, 39 anni, arrivato in Italia tramite un programma di protezione per i rifugiati,  era finito in carcere a maggio scorso anche per proselitismo su Facebook. L’avvocato Petrucci: «Resta in piedi l’istigazione a delinquere ma faremo togliere anche questa»

VASTO. Le porte del carcere potrebbero aprirsi presto per Taha Bouddetta, il cittadino tunisino 39enne finito in carcere a maggio 2024 con l'accusa di terrorismo di stampo islamico e proselitismo attraverso Facebook. Sia la Cassazione che il tribunale del Riesame hanno annullato l'ordinanza. A carico del 39enne resta in piedi solo l'accusa prevista dall'articolo 414 del codice penale, ossia istigazione a delinquere. Il difensore dell'uomo, l'avvocato Carmine Petrucci, è al lavoro per fare annullare anche questa accusa. «Il mio cliente continua a negare forme di istigazione. Cercheremo di dimostrare la sua completa innocenza», afferma il legale.

Boudedetta per il momento è ancora in carcere ma potrebbe quindi uscire molto presto. Se così fosse per lui e la moglie che lo ha sempre difeso, sarà la fine di un incubo iniziato la scorsa primavera. L'uomo è stato accusato di far parte dell'associazione "Stato islamico" che si propone di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico e di aver istigato i suoi contatti al terrorismo su Facebook con foto di armi e frasi violente. Ad eseguire l'arresto nove mesi fa furono i carabinieri del Ros e della stazione di Fresagrandinaria, il paese del Medio Vastese in cui l'indagato risiede da poco più di un anno. Il provvedimento venne eseguito all'esito delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale dell’Aquila. Secondo l'ipotesi d'accusa, il tunisino avrebbe svolto attività di propaganda e proselitismo su Facebook per l’associazione terroristica Stato islamico.

Bouddetta è arrivato nel comune del Vastese con un programma di protezione dedicato ai rifugiati. L'uomo si sarebbe rivolto ai suoi collegamenti social, molti dei quali in lingua araba, presenti sul territorio nazionale, pubblicando immagini antisemite, antioccidentali. Il 27 giugno, il tribunale dell'Aquila, sezione del Riesame, aveva confermato l'ordinanza cautelare. Il difensore Petrucci ha impugnato l'ordinanza cautelare contestando le accuse con un minuzioso e dettagliato resoconto. L'avvocato preferisce per il momento non sbilanciarsi ma è al lavoro per risolvere definitivamente la vicenda.

La moglie di Taha Bouddetta ha sempre difeso il marito. «Mio marito è innocente, la verità verrà fuori», ha detto la donna subito dopo l'arresto del congiunto aggiungendo: «Non c’è niente davvero. Su Facebook uno può avere tanti amici. Ma se uno è cattivo non è detto che lo sei anche tu. Mio marito è tranquillo, lavora e non ha fatto niente». Ora la donna aspetta solo di poter riabbracciare il marito.

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