La Pro Vasto cancellata dai debiti
Buco da 250mila euro, iscrizione nulla senza la fidejussione. Spiraglio per L'Aquila
VASTO. Sconcerto, incredulità, rassegnazione. Ma anche tanta rabbia per l'evolversi di una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato potesse precipitare fino a questo punto: la Pro Vasto si avvia verso l'esclusione dai campionati professionisti. Margini non ce ne sono. Il Consiglio federale del 16 luglio escluderà la società biancorossa.
Nella migliore delle ipotesi, potrà ripartire solo dall'Eccellenza. Sempre se ci sarà qualcuno in città intenzionato a fare calcio. Altrimenti la prima squadra sarà il Vasto Marina del neo presidente Remo Grassi che, è giusto ricordare, si appresta a disputare il torneo di Promozione.
Ieri, per tutta la giornata, bocche cucite e, soprattutto, telefoni spenti. Fino al tardo pomeriggio, nessun commento ufficiale né dal presidente Mimmo Crisci né da parte del suo entourage. Oggi, probabilmente, qualcuno parlerà ma, si sa, in questi casi, le chiacchiere stanno a zero. Ci volevano i fatti. E fatti non ci sono stati.
I motivi della imminente esclusione? Innanzitutto i debiti, tanti. Oltre alla mancata presentazione della fideiussione bancaria necessaria per avere il disco verde da parte degli organi di controllo. Debiti che non sarebbero stati saldati nei confronti degli enti previdenziali, come Empals e Inps, per circa 250 mila euro. Ma anche alcune pendenze che risalirebbero addirittura al 2001. Complessivamente, compresa la fideiussione, per fare restare la Pro Vasto nel calcio che conta ci sarebbero stati da sborsare oltre 450 mila euro, cui vanno aggiunti 250 mila euro per la necessaria ricapitalizzazione della società. Numeri da paura, di cui, a livello ufficiale, nessuno sapeva nulla. A cominciare dal comitato "Insieme si Può" che lo scorso anno, all'indomani della vittoria del campionato, aveva garantito un sostegno economico rilevante. Ma non è bastato. E la botta è stata forte.
La cancellazione della Pro Vasto (in teoria ancora evitabile) regala chanche di ripescaggio in Seconda Divisione 2010/11 a L'Aquila. In corsa anche: Matera, Pro Belvedere, Carpi, Bellaria Igea, Pomezia, Vigor Lamezia, Casale, Renate, Trapani, Avellino, Entella, Casarano, Messina, Latina, Campobasso.
Nella migliore delle ipotesi, potrà ripartire solo dall'Eccellenza. Sempre se ci sarà qualcuno in città intenzionato a fare calcio. Altrimenti la prima squadra sarà il Vasto Marina del neo presidente Remo Grassi che, è giusto ricordare, si appresta a disputare il torneo di Promozione.
Ieri, per tutta la giornata, bocche cucite e, soprattutto, telefoni spenti. Fino al tardo pomeriggio, nessun commento ufficiale né dal presidente Mimmo Crisci né da parte del suo entourage. Oggi, probabilmente, qualcuno parlerà ma, si sa, in questi casi, le chiacchiere stanno a zero. Ci volevano i fatti. E fatti non ci sono stati.
I motivi della imminente esclusione? Innanzitutto i debiti, tanti. Oltre alla mancata presentazione della fideiussione bancaria necessaria per avere il disco verde da parte degli organi di controllo. Debiti che non sarebbero stati saldati nei confronti degli enti previdenziali, come Empals e Inps, per circa 250 mila euro. Ma anche alcune pendenze che risalirebbero addirittura al 2001. Complessivamente, compresa la fideiussione, per fare restare la Pro Vasto nel calcio che conta ci sarebbero stati da sborsare oltre 450 mila euro, cui vanno aggiunti 250 mila euro per la necessaria ricapitalizzazione della società. Numeri da paura, di cui, a livello ufficiale, nessuno sapeva nulla. A cominciare dal comitato "Insieme si Può" che lo scorso anno, all'indomani della vittoria del campionato, aveva garantito un sostegno economico rilevante. Ma non è bastato. E la botta è stata forte.
La cancellazione della Pro Vasto (in teoria ancora evitabile) regala chanche di ripescaggio in Seconda Divisione 2010/11 a L'Aquila. In corsa anche: Matera, Pro Belvedere, Carpi, Bellaria Igea, Pomezia, Vigor Lamezia, Casale, Renate, Trapani, Avellino, Entella, Casarano, Messina, Latina, Campobasso.
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