La Procura: Del Vecchio deve restare in carcere
Chieste le proroghe della custodia cautelare e dell’incidente probatorio Martedì dal Ris di Tor di Quinto gli accertamenti sulle tracce biologiche
VASTO. Omicidio Del Vecchio: il sostituto procuratore Giancarlo Ciani ha chiesto la proroga della custodia cautelare in carcere per Marco Del Vecchio, il 37enne rinchiuso a Torre Sinello dal 18 novembre con l’accusa di duplice omicidio aggravato. Secondo i carabinieri sarebbe lui l’autore dell’uccisione della madre, Adele Tumini, e del padre, Emidio. Contestualmente alla richiesta della Procura, il Gip ha ricevuto anche la richiesta di proroga dell’incidente probatorio presentata da Ferruccio Canfora, perito del tribunale. La magistratura ha disposto a questo punto un’udienza camerale nel corso della quale saranno prese le decisioni ritenute più opportune.
Intanto martedi prossimo a Roma i carabinieri del Ris eseguiranno gli accertamenti irripetibili sui reperti facilmente deteriorabili prelevati dalla casa del delitto, accanto alle due vittime e addosso all’indagato. Alla perizia saranno presenti sia l’avvocato che difende Del Vecchio, Raffaele Giacomucci, il legale della sorella, Gianni Menna, e i rispettivi periti. La perizia si terrà nei laboratori di Tor di Quinto. I risultati delle analisi, in particolare Dna e tracce biologiche, saranno comparati con le impronte dell’indagato.
Marco Del Vecchio, 37 anni, dal giorno del duplice omicidio parla solo con il suo avvocato. «Continua a dichiararsi innocente», dice Giacomucci. «Afferma di non saper chi è andato a trovare il padre e la madre il giorno dell’omicidio. Assicura di non essere l’assassino». L'indagato, rinchiuso nel carcere di Punta Penna è in isolamento, guardato a vista giorno e notte. I magistrati temono che possa commettere qualche sciocchezza. Spesso Del Vecchio viene colto da stati di ansia e il suo difensore deve raggiungerlo. Secondo l'avvocato Giacomucci l’uomo starebbe molto male. «Ha paura di tutto, ha paura anche dei periti che devono valutare le sue capacità di intendere e volere. Per questo tace», insiste il legale.
Tuttavia solo l’incidente probatorio può stabilire se la sera del 17 novembre Marco Del Vecchio fosse in condizioni di intendere e volere. L’udienza camerale del 5 febbraio a questo punto sarà importantissima per l’indagato.
Paola Calvano
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