Lanciano, botte alla moglie davanti ai figli: arrestato
Si ubriacava e picchiava la donna. In un’occasione è stata la bimba a togliergli di mano un coltello. Ora è in carcere per maltrattamenti in famiglia e lesioni
LANCIANO . Si ubriacava e poi scaricava rabbia e frustrazioni picchiando con cieca violenza la moglie davanti agli occhi attoniti dei due figli piccoli: una femminuccia e un maschietto. La bambina ha più volte preso le difese della madre. G.Z. (le iniziali sono per tutelare moglie e figli minori), 41 anni, albanese residente a Lanciano, è ora in carcere accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Per la donna sarebbero stati 4 anni di inferno, di sberle, pugni, mani strette attorno alla gola. E ogni volta che provava a scappare, giù botte. Alla fine si è fatta coraggio e ha denunciato il marito violento. Le indagini della sezione di polizia giudiziaria carabinieri della Procura e dei carabinieri della stazione di Lanciano, e coordinate dal procuratore Rosaria Vecchi, hanno portato alla luce l’ennesimo caso di violenza tra le mura domestiche. Episodi gravi tanto che negli ultimi tre mesi la donna è dovuta ricorrere alle cure mediche per lesioni. A scatenare la violenza dell’uomo, che sfogava la sua rabbia contro la moglie e gli oggetti di casa, era il suo carattere violento e prepotente, ma soprattutto l’alcool. Si ubriacava e in stato confusionale picchiava la moglie. Sberle, spintoni, ingiurie, porte sfondate a calci. I carabinieri evidenziano tre episodi particolarmente gravi e violenti, avvenuti agli inizi di marzo, il 1° aprile e il 3 maggio. Ad aprile, dopo aver preso a parolacce la moglie, G.Z. ha preso un coltello da cucina, se lo è infilato in tasca ed è entrato a forza nella camera da letto, dove lei si era rifugiata. Solo l’intervento coraggioso e provvidenziale della figlia, che aveva visto il padre prendere il coltello, ha evitato la tragedia. È stata la bambina, infatti, a disarmare il padre. Ma l’uomo non placava la sua furia neanche davanti ai figli. Il 3 maggio l’ultima aggressione: pugni alla testa, colpi inferti con un mazzo di chiavi e mani strette attorno alla gola. La donna riesce a divincolarsi e cerca di fuggire in strada. Lui la riprende e la trascina dentro casa dove continua il pestaggio. Alla fine, assieme alla figlia, la donna riesce a scappare in strada e a chiedere aiuto. Nei tre episodi in cui viene medicata ha prognosi superiori a 10 giorni. Il giudice Massimo Canosa, su richiesta del pm Vecchi, vista la gravità degli episodi, commessi davanti ai due figli minori, e il pericolo che l’uomo possa reiterare i reati, ha disposto la misura cautelare in carcere. L’uomo sarà interrogato oggi alla presenza del suo avvocato Mario Di Iullo. (t.d.r.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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