Lanciano, contadino impallinato da un cacciatore
Ferito a braccio, mano e testa da una fucilata mentre era al lavoro a Colledimacine. Mistero su una lite: indagano i carabinieri forestali
COLLEDIMACINE. Impallinato mentre lavora il suo terreno, prima litiga con alcuni cacciatori e poi va al Pronto soccorso dell’ospedale Renzetti di Lanciano per farsi medicare. Qui gli tolgono una serie di pallini, sparati da un fucile da caccia, dal braccio, mano e testa e lo dimettono con una prognosi di 7 giorni. È quanto accaduto a un contadino, F.S., di Colledimacine. Un episodio in cui l’uomo può sembrare essere stato vittima di un incidente da caccia, e sul quale però indaga e cerca di fare chiarezza la stazione dei carabinieri “Parco” Fara San Martino, dipendente dal reparto carabinieri “Parco” di Guardiagrele del colonnello Livia Mattei.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri mercoledì mattina il contadino di Colledimacine, mentre sta lavorando il terreno in località Mozzone, viene raggiunto da una fucilata. Viene colpito dai pallini al braccio, alla mano e alla testa. Si ritrova con alcuni cacciatori e ne incolpa uno dell’impallinamento. I due inizierebbero a litigare tanto che il cacciatore, S.C., che non è del posto, chiama il 112. Dice di essere in pericolo, minacciato da un contadino che lo accusa di averlo impallinato. Quando i carabinieri arrivano per sedare la lite, trovano S.C. ma non F.S., presunta vittima del colpo d’arma da fuoco. L’uomo era andato al Pronto soccorso di Lanciano per farsi medicare. I militari così ascoltano il cacciatore che ripete di esser stato aggredito, minacciato dal contadino che lo considerava colpevole dell’impallinamento, anche se in realtà lui non aveva sparato.
Poi accertano che F.S. era al Renzetti di Lanciano dove lo curano e la notte viene dimesso con una prognosi di 7 giorni. Dovrà essere ascoltato. (t.d.r.)
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