Lanciano, la Corte dei conti indaga sui lavori al Biondi

Aperta un’inchiesta sui lavori di riqualificazione su segnalazione dei revisori comunali. Il sindaco Pupillo: sono sereno

LANCIANO. La Corte dei conti indaga sui lavori di adeguamento dello stadio Guido Biondi. La richiesta di approfondire alcune, presunte irregolarità nella gestione dei lavori è arrivata dallo stesso collegio dei revisori dei conti del Comune che, da tempo, aveva sollevato delle perplessità. Tra queste ci sono la convenzione stipulata dall'amministrazione Pupillo con la società calcistica Virtus Lanciano e il frazionamento dei lavori in diversi appalti a ditte private invece che a una sola società scelta tramite gara d'appalto.

I lavori, cominciati ad agosto, sono stati lunghi e costosi. Solo a ottobre, con la partita della Virtus contro l'Empoli, lo stadio ha potuto battezzare il nuovo impianto a norma di legge. Prima di allora, di settimana in settimana, si è assistito a un crescendo di intoppi burocratici, prescrizioni e vincoli da rispettare che hanno tenuto sulla corda l'intera città e l'amministrazione comunale in una corsa contro il tempo. Gli interventi sono stati svolti con la procedura di «somma urgenza», normativa che è stata rivisitata, coinvolgendo direttamente i revisori contabili del Comune nelle azioni amministrative, da un recente decreto legge del governo Monti.

Per il sindaco Pupillo si tratta di una «normale valutazione. Siamo assolutamente tranquilli» spiega «non abbiamo fatto nulla che possa essere oggetto di illeciti o di illegittimità. Abbiamo fiducia nella valutazione della Corte dei conti e aspettiamo con serenità il giudizio».

L'opposizione, tuttavia, sui lavori al Biondi non ci ha mai visto chiaro. I dieci consiglieri della minoranza, già a novembre, fecero richiesta di accesso agli atti per valutare «eventuali profili di illegittimità» dei lavori. A non convincere sono stati proprio i tanti appalti sorti per assicurare nel più breve tempo possibile l'adeguamento del Biondi alle norme di sicurezza. E desta sospetto anche la convenzione con la Virtus Lanciano, il documento che regola l'utilizzo degli impianti sportivi da parte della società calcistica fino al 30 giugno del 2016. La Virtus ha versato 108mila euro nelle casse comunali a titolo di canoni di affitto arretrati e si è impegnata al pagamento di 200mila euro che possono essere pagati in 4 anni in denaro o in opere per lo stadio.

«Dal punto di vista politico» osserva il consigliere del Pdl Marco Di Domenico «contesto il fatto che il consigliere del Pd Leo Marongiu sbandierasse ai quattro venti la stipula della convenzione prima ancora che questa passasse in Consiglio (la convenzione è stata poi votata dalla sola maggioranza ndc). Si è trattato di un atto politico che però aveva risvolti amministrativi precisi che, per di più, avevano già sollevato i dubbi dei revisori».

Quanto al frazionamento dei lavori, Pupillo si difende: «Lo stadio Biondi era inagibile, è stata questa l'urgenza che dovevamo rispettare. Anche se la Virtus fosse retrocessa in quarta categoria quei lavori andavano fatti perché avevamo uno stadio non a norma. Gli interventi sono stati articolati e parcellizzati perché era l'unica strada da percorrere visto che ci sono state chieste modifiche continue che non potevamo assolutamente prevedere».

Daria De Laurentiis

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