Lavoro, crisi senza tregua
Cassa integrazione in aumento: 600 posti a rischio
VASTO. La crisi economica nel Vastese e nel Chietino si fa sentire con effetti sempre più pesanti. A dirlo sono i dati diffusi dalla Cgil. I numeri fotografano una realtà preoccupante. La cassa integrazione ordinaria a causa delle difficoltà di mercato è cresciuta del 162%. La cassa integrazione straordinaria, utilizzata per le ristrutturazioni aziendali, lievita.
Nei primi quattro mesi del 2010 si è già realizzato un volume di ore di cassa integrazione ordinaria pari al 45% di tutto il 2009. Mario Codagnone, della Fiom-Cgil, scorrendo i dati Inps elaborati dal dipartimento settori produttivi del sindacato, parla di «segnali evidenti del malessere crescente». Le ultime novità sconfortanti arrivano dall'area industriale di Punta Penna e Piana Sant'Angelo. Alla Sider Vasto scattano i contratti di solidarietà per salvare i 58 posti di lavoro dei dipendenti della fabbrica istoniense che ha ridotto la produzione del 60%.
Alla Cima cid spa di San Salvo (componenti per auto) lunedì è stata programmata la cassa integrazione straordinaria per un anno. I 42 dipendenti lavoreranno a rotazione per salvare il posto. I nomi delle due aziende vanno ad aggiungersi alla lusta lista delle induistrie in crisi: Vasto Legno, Gir Sud, Valsinello, Golden Lady, Gruppo Canalis, Tecnolamiere, Robotec, Cbi, Pamec, Istonio Affilature. Punta Penna e la Valsinello rischiano la desertificazione industriale.
«L'agognata ripresa non arriva e lo spessore della crisi coinvolge ormai in profondità tutto l'apparato produttivo, trascinando sotto la soglia della povertà migliaia di lavoratori che nel Vastese e nel Chietino sono interessati dalla cassa integrazione. I sindacati invocano iniziative urgenti da parte delle istituzioni». Per Codagnone il percorso di uscita dal tunnel sarà lungo e tanto più lento se governo, Regione ed enti interessati non interverranno prima possibile con adeguati sostegni promuovendo il rilancio del territorio.
Confindustria invoca più attenzione e più servizi per il Vastese. «Le aziende per restare e attirare clienti devono avere strade buone e buoni servizi. Ma quaggiù si è fermato tutto», accusano gli industriali che prevedono tempeste in arrivo per i prossimi mesi. Secondo le stime di Cgil, Cisl e Uil nel Vastese ci sono 600 posti di lavoro a rischio nel solo settore metalmeccanico. Il dramma è sociale. Bisogna fare subito qualcosa per evitare che le nuove povertà scatenino disagio e devianze. «Vanno utilizzati al meglio gli ammortizzatori sociali e cercate intese che salvaguardino le ragioni delle aziende», è la richiesta di Codagnone.
Nei primi quattro mesi del 2010 si è già realizzato un volume di ore di cassa integrazione ordinaria pari al 45% di tutto il 2009. Mario Codagnone, della Fiom-Cgil, scorrendo i dati Inps elaborati dal dipartimento settori produttivi del sindacato, parla di «segnali evidenti del malessere crescente». Le ultime novità sconfortanti arrivano dall'area industriale di Punta Penna e Piana Sant'Angelo. Alla Sider Vasto scattano i contratti di solidarietà per salvare i 58 posti di lavoro dei dipendenti della fabbrica istoniense che ha ridotto la produzione del 60%.
Alla Cima cid spa di San Salvo (componenti per auto) lunedì è stata programmata la cassa integrazione straordinaria per un anno. I 42 dipendenti lavoreranno a rotazione per salvare il posto. I nomi delle due aziende vanno ad aggiungersi alla lusta lista delle induistrie in crisi: Vasto Legno, Gir Sud, Valsinello, Golden Lady, Gruppo Canalis, Tecnolamiere, Robotec, Cbi, Pamec, Istonio Affilature. Punta Penna e la Valsinello rischiano la desertificazione industriale.
«L'agognata ripresa non arriva e lo spessore della crisi coinvolge ormai in profondità tutto l'apparato produttivo, trascinando sotto la soglia della povertà migliaia di lavoratori che nel Vastese e nel Chietino sono interessati dalla cassa integrazione. I sindacati invocano iniziative urgenti da parte delle istituzioni». Per Codagnone il percorso di uscita dal tunnel sarà lungo e tanto più lento se governo, Regione ed enti interessati non interverranno prima possibile con adeguati sostegni promuovendo il rilancio del territorio.
Confindustria invoca più attenzione e più servizi per il Vastese. «Le aziende per restare e attirare clienti devono avere strade buone e buoni servizi. Ma quaggiù si è fermato tutto», accusano gli industriali che prevedono tempeste in arrivo per i prossimi mesi. Secondo le stime di Cgil, Cisl e Uil nel Vastese ci sono 600 posti di lavoro a rischio nel solo settore metalmeccanico. Il dramma è sociale. Bisogna fare subito qualcosa per evitare che le nuove povertà scatenino disagio e devianze. «Vanno utilizzati al meglio gli ammortizzatori sociali e cercate intese che salvaguardino le ragioni delle aziende», è la richiesta di Codagnone.
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