Le case cadono a pezzi «Qui si rischiano crolli»
Sedici alloggi in via Ciccarone con intonaci sbriciolati e senza illuminazione Avviata una petizione. Il portavoce Canci: fate qualcosa prima che sia tardi
VASTO. Non sono solo le palazzine di Punta Penna a cadere a pezzi. Sedici appartamenti dell’Ater inaugurati nel 1967 in via Ciccarone, si stanno letteralmente sbriciolando. Anzi alcuni pezzi, a causa di infiltrazioni di acqua e cedimenti strutturali, sono già finiti a terra.
A chiedere aiuto a nome dei condomini è Cesario Canci. L’inquilino ha avviato una raccolta di firme da inviare all’Ater per sollecitare un intervento urgente. «Fate qualcosa prima che sia troppo tardi», dicono.
L’ostacolo maggiore è la carenza di fondi. La crisi non risparmia gli enti pubblici. «In questo caso si tratta di interventi necessari a salvare i fabbricati e chi li abita. Le case stanno cedendo. Prima o poi si verificherà una disgrazia», afferma Canci a nome dei residenti. «I soldi vanno trovati per motivi di sicurezza».
L’accorata richiesta delle 16 famiglie non è campata in aria. Basta raggiungere le due palazzine per rendersi conto che il quarzo sulle facciate si sta staccando. L’illuminazione non funziona. «È necessario rifare il porticato e sistemare le finestre, gli intonaci e l’impianto elettrico», elencano le famiglie. «L’azienda conosce i problemi e sa che non stiamo inventando nulla. Perché l'Ater non interviene?», chiedono i residenti.
Quello di cui hanno bisogno gli alloggi Ater, a giudicare dalle condizioni in cui sono ridotti i palazzi, non è un intervento di manutenzione ordinaria ma straordinaria. Il portone del palazzo è rotto e così pure il citofono. Lungo le scale manca la luce. «Abbiamo provato noi a sostituire le lampadine e salta tutto l’impianto», raccontano le 16 famiglie. Non da ultimo c’è il problema dei ratti. «Sono diventati grandi come gatti», assicurano gli inquilini. Qualche giorno fa una delle famiglie ha dovuto chiedere aiuto ai vigili del fuoco. «Non si può più vivere in questa condizioni. Siamo disperati», affermano le famiglie.
E qualcuno di loro dopo la citazione di Maurizio Crozza su La7 della buca di via Del Porto nella quale sono cresciute piante di zucche e pomodori in attesa della riparazione, ha deciso di mandare al comico ligure un dossier fotografico sulle case Ater di via Ciccarone. «Chissà che in questo modo qualcuno finalmente ci ascolti. Siamo stanchi di chiedere aiuto e non ricevere risposte», dicono sfiduciate le 16 famiglie. (p.c.)
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