ORTONA

L’intervista a Rocco Siffredi: “Da pornostar a nonno, la mia vita mi piace com’è”

8 Dicembre 2024

L’attore di Ortona («che non cambia mai») si racconta (e commuove) a teatro

ORTONA. Fino a qualche anno fa nominare Rocco Siffredi evocava imbarazzo. L’attore porno di Ortona veniva visto come un personaggio da evitare per certi versi. Oggi no: passa da ospitate televisive a reality a spettacoli teatrali come se nulla fosse, nel mentre continua a lavorare con al sua Academy. In questo fine settimana è stato ad Avellino a insegnare come si fa l’attore (o l’attrice) porno. Ora Rocco Tano, in arte Siffredi, è un personaggio a tutto tondo. Non solo sesso e porno. Il suo personaggio ha contribuito a sdoganare la pornografia, a renderla meno tabù agli occhi di un Paese recalcitrante di fronte ai cambiamenti di tradizioni e costumi. Talmente personaggio che gli è stata dedicata una serie tv, Supersex, dove a impersonarlo è nientemeno che Alessandro Borghi, che ha spopolato su Netflix. Una serie tv mentre lui è in vita: un onore per pochi. Ed è anche di questo che va orgoglioso il ragazzo partito dal quartiere Madonna degli Angeli di Ortona verso Parigi negli anni Settanta. A Ortona ha ancora fratelli, parenti e amici, ma da anni vive a Budapest dove ha trasformato la sua villa in un centro di produzione. L’ultima avventura è il tour teatrale che ha finito per sdoganare un personaggio che oggi, a 60 anni, va oltre il sesso e il porno.

Scusi, che cosa ci fa a teatro Rocco Siffredi?

«Se lo sono chiesti tutti in Italia. All’inizio, infatti, ci sono state delle difficoltà nelle prevendite. Poi, lo spettacolo “Siffredi racconta Rocco” è decollato. È stata una sorpresa per tutti. Con il teatro si è sviluppato lo stimolo a raccontarmi. Mi hanno raccontato in tanti, ma mai io. Ci ho provato ed è andata bene. Ho scritto tutto da solo, Paolo Ruffini mi ha messo a disposizione due autori, ma dopo qualche giorno sono andati via».

Accanto a lei sul palco un’ospite d’eccezione: la signora Rózsa Tassi in Tano. Come è andata?

«Tutto nasce da una discussione. Su che cosa dire o non dire nello spettacolo. E allora ecco l’idea: dì tu quello che pensi di me, dillo direttamente al pubblico. Quando esce Rosa sul palco la gente si emoziona. La prima volta i miei figli hanno pianto».

Nella serie tv Supersex quanto c’è di vero della sua vita?

«Tutto vero, più che vero, a parte qualche protezione familiare. Nella mia vita ho avuto un solo problema: mai riuscito a essere finto. Faccio tutto con passione e amore. Non devo nascondere niente. Anzi, sai che cosa ti dico: il giorno della presentazione della serie su Netflix è stato il più brutto della mia vita perché è riemerso di tutto e di più. Le cose belle e meno belle della mia vita. Ho rivissuto dei dolori che avevo accantonato».

Nessuna scena è stata girata a Ortona?

«No, e questo mi dispiace».

Di solito che cosa dice per descrivere la sua cittadina di origine?

«Adriatic side in front of Roma. Una piccola cittadina sull’Adriatico di fronte a Roma».

Come è cambiata Ortona negli anni?

«Secondo me, mica è cambiata tanto. Nella mia infanzia il quartiere Madonna degli Angeli era vivace e pieno di vita. Oggi quando vado rivedo mia madre fuori dal terrazzo, ma sembra un quartiere fantasma. Solo vecchi. Boh».

Conserva amicizie a Ortona?

«Gli amici con cui sono cresciuto e che rivedo con piacere. Ho provato a stabilire un rapporto con le nuove generazioni, ma credo che mi vedano come una star. Come io non sono in realtà».

Che cosa le manca di Ortona?

«I miei i genitori, la mia infanzia. Sono rimasto legato alla mia epoca, agli anni Settanta».

Continua a fare film porno o fa solo il regista?

«Ho smesso tre anni fa, definitivamente. Ho trovato l’equilibrio con me stesso».

Adesso è impegnato in una Academy ad Avellino: come si insegna il sesso ai giovani?

«Complicato, mica facile! Anche perché per certi versi sono loro che possono insegnarlo a noi. Sono avanti. In realtà, io cerco di spiegare come si fa il pornostar, ovvero come si fa sesso attraverso la telecamera. Ed è diverso. Vorrei tanto insegnare a scuola, parlare con i ragazzi. Il tabù della sessualità è sempre alla base di tutto, e i docenti si oppongono. Vorrei dare un contributo, non sostituirmi ai professori, ci mancherebbe altro! Parlarne a scuola può essere una provocazione, ma a una certa età serve sapere che cos’è la pornografia. Per spiegarla in modo corretto».

Per che cosa le piacerebbe essere ricordato?

«Per aver fatto un duro lavoro (ride). No, a parte la battuta: per averci messo passione, umiltà e ironia. Io avrei pagato per fare il pornostar, figurarsi essere pagato. Però, sempre senza la puzza sotto il naso. Essere alla mano deve essere un pregio».

I figli che cosa fanno?

«Uno è ingegnere meccanico sportivo, sta cercando di entrare nel team Italia: Leonardo fa i 110 metri ostacoli. Lorenzo, invece, mi dà una mano nell’organizzazione dell’azienda, ha fatto Ballando con le stelle ed è fidanzato con Lucrezia Lando. E…».

epa11173056 Rocco Siffredi and his wife Rosa Caracciolo pose at the 'Supersex' photocall during the 74th Berlin International Film Festival 'Berlinale' in Berlin, Germany, 22 February 2024. EPA/CLEMENS BILAN

E che cosa?

«Penso che a breve potrei diventare anche nonno…».

Il mercato del porno come se la passa?

«Esiste e resiste nelle sue difficoltà, dopo la comparsa di OnlyFans è un casino. Alle ragazzine vorrei tanto spiegare che si tratta di una presa per i fondelli. OnlyFans è l’anticamera della pornografia. Onlyfans porta gradatamente alla prostituzione. E a certe ragazzine farei ascoltare le esperienze dei pornostar e delle pornostar per capire i pro e i contro del mestiere. Non è tutt’oro quello che luccica».

Quanto guadagna mediamente un attore porno?

«Oggi se sei affermato 10-15mila al mese».

Chi è il suo erede?

«Mia moglie dice che non esiste. E io le credo».

Ha aggiornato il numero di donne con cui è stato?

«No, però ho superato i duemila film. Fate voi i conti».

Ha un rimpianto?

«Reali nessuno. Con il senno di poi, mi sarei voluto aprire prima al resto del mondo. Per troppo tempo sono rimasto confinato nella pornografia. Oggi dico che forse avrei fatto bene anche altro nella vita».

La politica italiana vista da Budapest?

«Sempre la stessa salsa. Per me conta solo la libertà. Mai votato in vita mia, e non è una cosa buona quello che sto rivelando. Oggi, forse, mi ritroverei in un partito in cui la libertà è tutto».

Il porno è di destra o di sinistra?

«Divertente questa storia. Un giornalista spagnolo ha scritto un articolo in cui mi si accusa di essere di destra per il modo in cui faccio sesso. Io gli ho risposto chiedendogli se a sinistra si fermano ai preliminari. No, in realtà il sesso non appartiene a nessuno. Nemmeno alla politica».

Come investe i suoi guadagni?

«Molto nel mio studio a Budapest. Quasi tutto in Ungheria, tanto mattone e nel settore in cui lavoro».

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