olocausto. la cerimonia con l’ambasciatore sloveno 

«Luogo europeo della Memoria» Casoli ricorda i “suoi” internati

CASOLI. «Questo paese è un luogo europeo della Memoria». Così ha concluso il suo intervento l'ambasciatore sloveno Tomaz Kunstelj riferendosi a Casoli e al suo Memoriale agli internati ebrei e slavi...

CASOLI. «Questo paese è un luogo europeo della Memoria». Così ha concluso il suo intervento l'ambasciatore sloveno Tomaz Kunstelj riferendosi a Casoli e al suo Memoriale agli internati ebrei e slavi inaugurato ieri da lui e dal sindaco Massimo Tiberini. Una mattinata lunga e densa in Piazza della Memoria piena di gente e con un inedito sole che rimbalzava sulle bacheche gigantesche creando un clima insolitamente caldo. Alla base del cartellone con tutti i nomi degli internati passati a Casoli dal 1940 al 1943, sono state collocate le pietre d’inciampo per ricordare i 10 finiti nei campi di sterminio, e mai più tornati.
La manifestazione è stata coordinata da Maria Rosaria La Morgia. Più spazio hanno avuto gli studenti dell’Algeri Marino e, soprattutto, del liceo classico di Lanciano. La Morgia ha iniziato con una citazione di Primo Levi («La memoria è un vaccino importante contro l’indifferenza»), ma anche contro l’odio che, ha aggiunto l’ambasciatore Kunstelj, il fascismo usò per togliere madrelingua e identità nazionali agli sloveni della Venezia-Giulia. Quella lunga parentesi si è chiusa con l’incontro a Baisonvizza tra Sergio Mattarella e Borut Pahor, i due presidenti che si tennero per mano davanti a un altro Memoriale. Altro odio fu versato contro i rom e i sinti, ha poi detto Santino Spinelli salutando in “romanì”, finiti anch’essi nei forni, e tutt’oggi odiati – parole sue – dall’80% degli italiani. «I campi nomadi sono un oggettivo sistema concentrazionario, abbandonati al pubblico disprezzo perché non vi passa nessuna informazione».
L’atmosfera cupa del Ventennio e dell’orrore bellico è riecheggiata in tutti gli intervenuti. Giovanni Cerchia dell’Università del Molise: «Italiani brava gente è un mito buono per deresponsabilizzarli. Ma l’apartheid in Africa e l’occupazione violenta di Slovenia e Croazia furono opera nostra e non ci siamo risparmiati nulla. La memoria allora è uno strumento di combattimento per la democrazia e la libertà». Parole simili Costantino Di Sante. Enzo Fimiani ha esortato Casoli a «fare rete» con gli altri luoghi, Vincenzo Calò ha individuato le nuove vittime dell’odio negli immigrati sepolti in fondo al Mediterraneo, e così altri. Su una bacheca è riprodotta una poesia scritta a Casoli da Fortunat Miculetic, “Inno agli internati”, letta da due giovani in sloveno e in italiano. Ha concluso Giuseppe Lorentini annunciando la pubblicazione del libro Internatitis di Miculetic, scritto a Casoli in quegli anni.
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