MAIELLETTA

Madonnina della neve incatenata e spostata 

Iniziativa a Roccamontepiano, raccolte 365 firme per riportare la scultura sul Blockhaus. Appello al vescovo dell’ex sindaco Carulli

ROCCAMONTEPIANO. Sono state già raccolte 365 firme di persone che chiedono la ricollocazione della Madonnina della neve, commissionata da Mario Tracanna e posta nell’edicola votiva ristrutturata a sue spese sul Blockhaus, a duemila metri d’altezza sulla Maielletta. La statua della Vergine, consacrata nel 2015 e rimossa da qualcuno, è stata in un primo momento incatenata fuori dalla cappelletta e poi riportata a Roccamontepiano dalla famiglia del piccolo imprenditore morto nel 2017 in un terribile incidente sui campi da sci.

Al posto della Madonnina della neve, all’interno della cappella meta di tanti amanti della montagna che ogni giorno si muovono dal rifugio Pomilio, ne è stata collocata un’altra «il cui gusto e qualità del materiale è tutto da valutare», dice l’ex sindaco di Roccamontepiano Adamo Carulli che chiama in causa don Giuseppe Femminella, parroco in pensione di Pescara, «ma non sta a noi giudicare lo spostamento ed incatenamento delle varie Madonne che si avvicendano nell'edicola. Resta il fatto che quella ufficiale per molti resta quella voluta commissionata da un umile mecenate che adesso non può dire la sua opinione».

Il dibattito, scatenato sui social, ha portato al lancio di una petizione da presentare all’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte per chiedere la ricollocazione della scultura originaria, realizzata dall’artista pretorese Antonello Palmerio, lo stesso del celebre “lupo” della rotonda della Forchetta che dalla statale 539 porta su in montagna. La Madonnina realizzata senza volto «voleva dare a ciascuno la possibilità di riconoscere in quello della Beata Vergine la propria mamma», fanno sapere gli estimatori della statua, che già in altre occasioni era stata imbrattata e successivamente ripulita e risistemata grazie al lavoro di alcuni volontari. L’edicola, diventata il sacrario degli amanti della montagna che qui hanno perso la vita, è un luogo di devozione e spiritualità dove ogni anno le amiche e gli amici di Tracanna si incontrano per una breve escursione a piedi, dal rifugio Pompilio alla Madonnina, che culmina con una messa all’aperto.
«Quando questo luogo era abbandonato a se stesso, solo il nostro caro e compianto Mario Tracanna, per amore della Madonnina delle nevi e della Maiella madre, ha finanziato il suo restauro», ha scritto pubblicamente sui social l’ex primo cittadino di Roccamontepiano Carulli, «adesso vediamo violare un luogo sacro da chi ne dovrebbe garantirne l’integrità spirituale e lo fa, come si dice in giro, a sua personale discrezione. La Madonnina della neve non ha mai visto catene, questa addirittura la ritroviamo incatenata al collo». «Chiedo e chiediamo con la petizione pubblica», conclude Carulli, «l’intervento dell’arcivescovo Bruno Forte».

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