Minacce e insulti ad Alba Parietti sui social: chiesto il processo per un 55enne di Chieti

24 Marzo 2025

Il 4 luglio l’udienza in cui il giudice dovrà valutare se ci sono gli estremi per iniziare il dibattimento. La showgirl potrà costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento dei danni al 55enne teatino

CHIETI. La procura di Chieti vuole il processo per l’hater di Alba Parietti. Il pubblico ministero Giancarlo Ciani ha firmato il decreto di citazione a giudizio per l’udienza predibattimentale nei confronti del teatino Angelo D’Ambrosio, 55 anni, accusato di diffamazione aggravata e minaccia nei confronti della showgirl. Il prossimo 4 luglio il tribunale dovrà decidere se ci sono gli estremi per iniziare il processo. L’imputato è difeso dall’avvocato Corradino Marinelli; la conduttrice televisiva torinese, 63 anni, assistita dall’avvocato Anna Zottoli, ha la facoltà di costituirsi parte civile e di chiedere il risarcimento dei danni. Le indagini sono state condotte dai poliziotti della squadra mobile di Chieti, che hanno anche sequestrato il cellulare dell’odiatore seriale.

D’Ambrosio si è scagliato su Facebook contro la Parietti a partire dallo scorso 27 settembre. In particolare, ne ha offeso «la reputazione» pubblicando un messaggio del seguente tenore: «Il macellaio ti aspetta… grandissima», seguito dall’immagine di un maiale. Il riferimento è a un film della Parietti del 1998 – Il Macellaio, appunto – diretto da Aurelio Grimaldi e ispirato al romanzo Le Boucher di Alina Reyes. Il giorno successivo, invece, l’hater si è lasciato andare a irripetibili insulti di natura sessista, ancora una volta accompagnati dalla fotografia di un maiale. Il 7 ottobre, infine, si è spinto addirittura oltre.

Alle offese ha aggiunto minacce tutt’altro che velate, scrivendole privatamente: «Sparati grandissima t… con il tumore». Una frase, ritenuta di gravità estrema, che fa riferimento alla malattia con cui la Parietti ha dovuto combattere quando aveva 37 anni. Un momento difficilissimo della sua vita di cui ha avuto il coraggio di parlare pubblicamente, nel 2019, con un messaggio postato su Instagram. Ascoltato negli uffici della questura, davanti agli investigatori della squadra mobile, l’imputato ha sottolineato che non era intenzionato a minacciare la showgirl; al tempo stesso, però, non ha disconosciuto la paternità di quei messaggi, scritti – a suo dire – perché in profondo disaccordo con le idee politiche della Parietti.

L’indomani la stessa Parietti, intervistata dal Centro, ha dichiarato: «Io ho denunciato perché ho intravisto la pericolosità di una persona con un aspetto inquietante e strafottente tale da essere convinto di potersi permettere frasi di gravità estrema. Uno dei post così offensivi e volgari è stato scritto sotto un pensiero che ho rivolto a un ragazzo di cui piangevo la morte». Quanto al movente delle idee politiche di cui ha parlato l’imputato, la showgirl ha commentato: «Io non sono una attivista che si schiera, io sono un’anarchica. La sua è una difesa arbitraria, è semplicemente una persona che pensa di terrorizzare una donna. Sono insulti sessisti, violenze, minacce».

E ancora: «Spero che quello che è successo a me, e cioè di trovare un ascolto al di sopra delle mie aspettative, possa ripetersi. Non mi aspettavo un’azione così determinata da parte dello Stato. Così deve accadere e la procura di Chieti con l’ausilio della squadra mobile della polizia è il segnale che si deve intervenire prima che si arrivi a una tragedia perché sono sicura che questo sia un deterrente forte. Se uno è pericoloso lo metti all'angolo».

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