Nasce Guardiagrele attiva «Con noi la cittadina vive»

12 Novembre 2017

GUARDIAGRELE. È nata una nuova associazione culturale nella cittadina: si chiama “Guardiagrele Attiva” e ha l’obiettivo di essere da stimolo per migliorare la quotidianità dei residenti e di...

GUARDIAGRELE. È nata una nuova associazione culturale nella cittadina: si chiama “Guardiagrele Attiva” e ha l’obiettivo di essere da stimolo per migliorare la quotidianità dei residenti e di informare. «A oggi», sostengono i promotori del sodalizio, «in tanti, soprattutto nella politica, stanno suscitando attese che resteranno sulla carta p erché servono solo per guadagnare qualche voto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Il nostro obiettivo è tornare a dare nuova linfa alla cittadina».
Uno dei primi interventi Guardiagrele Attiva lo fa sull’ospedale Santissima Immacolata. «La chiusura dell’ospedale di Guardiagrele è stata prevista dal decreto 45/2010 cosiddetto “Baraldi”. Giovanna Baraldi», sostiene Guardiagrele Attiva in una nota, «fu chiamata nel 2010 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ad affiancare il commissario regionale ad acta per la sanità, Gianni Chiodi, per il rispetto dei vincoli imposti al settore dal piano di rientro sottoscritto col ministero dell’Economia e con quello della Salute. Accordo siglato nel 2007 per ripianare il disavanzo della sanità abruzzese e riqualificare e razionalizzare il servizio. L’attuale governo regionale», continua Guardiagrele Attiva, «ha prima atteso la sentenza del Consiglio di Stato e subito dopo ha fatto un provvedimento molto più ampio del decreto che prevedeva poco e niente per Guardiagrele. Poi sono state portate cose già operative mentre altre stanno arrivando. Non sono mai stati fatti provvedimenti di chiusura del presidio sanitario ma sono stati presi impegni in termini di servizi rispetto a quanto previsto nel 2010. A settembre 2016», sottolinea la nuova associazione culturale, «è partito il piano di riconversione con la stesura di un cronoprogramma di attività che sta trovando piena attuazione. L’“ospedale di comunità” non era previsto nel decreto Baraldi ma è stato voluto dall’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci».
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