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Negri Sud, cassa integrazione al 50% per un lavoratore su due
SANTA MARIA IMBARO. Nuova cassa integrazione al 50% dal 1° novembre al 31 dicembre per 52 dipendenti della Fondazione Negri Sud. I restanti dipendenti (sui 94 totali) lavoreranno invece a pieno...
SANTA MARIA IMBARO. Nuova cassa integrazione al 50% dal 1° novembre al 31 dicembre per 52 dipendenti della Fondazione Negri Sud. I restanti dipendenti (sui 94 totali) lavoreranno invece a pieno regime, tranne 3 lavoratori che saranno in cassa integrazione al 100%. L’accordo con la Provincia è stato sottoscritto ieri a Chieti dai sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Ugl.
Il direttivo della Fondazione aveva chiesto l’applicazione dell’ammortizzatore sociale al 100% per 35 dipendenti e al 50% per altre 15 persone. Le organizzazioni sindacali puntavano, invece, in accordo con i dipendenti, all’applicazione della cassa integrazione al 50% per tutti i lavoratori.
L’accordo raggiunto, pur positivo, per i sindacati sarebbe tuttavia parziale e viziato alla base da gravi dubbi sul futuro della Fondazione. A cominciare dal fatto che nessuno dei tre nuovi soci dell’istituto scientifico si è presentato a firmare l’accordo. Assenti il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, il presidente della commissione bilancio della Regione, Emilio Nasuti, e il direttore scientifico della fondazione, il professor Silvio Garattini che aveva delegato l’ex direttore del centro ricerche, Gianni Tognoni, che a sua volta ha dato la sua delega a un volontario che lavorerebbe al Negri senza retribuzione.
«Si sceglie di mandare avanti le deleghe su temi fondamentali per la vita della Fondazione e per rappresentare i dipendenti», accusa Sergio Aliprandi, della Filcams Cgil. «Chi oggi chiedeva l’applicazione al 100% della cassa erano la Provincia e la Regione su indicazione del direttivo del Negri. Ma Provincia e Regione sono anche soci della Fondazione e al tempo stesso dovrebbero difendere il lavoro e il futuro dei dipendenti: chi fa gli interessi di chi?». «Non siamo tranquilli», sottolinea Maria Luisa Di Guilmi, Ugl terziario, «non ci è ancora stato fornito un piano di rilancio aziendale e questo ci disorienta non poco. Siamo a posto per due mesi, ma poi? Che ne sarà del Negri Sud?». (d.d.l.)
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