Non accetta il rifiuto e le mette una bomba sotto la macchina: 5 anni di carcere ad un 65enne
La Corte d’appello dell’Aquila conferma la pena inflitta dal tribunale di Vasto al 65enne in carcere, che più volte ha chiesto i domiciliari per motivi di salute
VASTO. Trascorrerà le feste natalizie in carcere Antonio Sgrò. Venerdì scorso la Corte d'appello dell'Aquila ha confermato la condanna emessa sei mesi fa in primo grado dal tribunale di Vasto. Identica la pena, cinque anni e 6 mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici e risarcimento alla parte lesa. Anche per i giudici della Corte aquilana, Sgrò, è l'uomo che il 15 gennaio 2023 ha infilato una bomba incendiaria sotto l’auto di M.D.F., una professionista vastese di 41 anni. Al 65enne sono stati contestati e addebitati reati gravi: detenzione e porto abusivo di un ordigno esplosivo di tipo incendiario, atti persecutori, violenza di genere nei confronti della donna e pesanti insulti a un amico della 41enne che non si è costituito parte civile. Sgrò ha sempre negato ogni addebito ma ad inchiodarlo è stata una telecamera che M.D.F. aveva fatto sistemare nella sua auto.
La difesa rappresentata dall'avvocato Raffaele Giacomucci ha contestato le accuse e tentato di alleggerire la posizione dell'imputato. Dopo la lettura della sentenza il difensore ha preferito non commentare. Antonio Sgrò non ha assistito al processo ma ha preferito restare nel carcere di Torre Sinello, a Vasto. Le sue condizioni di salute sono migliorate ma per l'uomo la trasferta sarebbe stata comunque faticosa. Soddisfatto il legale che rappresenta la parte lesa, l'avvocato Rosario Di Giacomo. Sgrò venne arrestato una settimana dopo il tentato attentato e da allora è rimasto rinchiuso nel carcere di Torre Sinello nonostante il suo difensore abbia chiesto più volte gli arresti domiciliari per motivi di salute.
Una perquisizione in alcuni locali a disposizione di Sgrò ha portato al rinvenimento di materiale simile a quello utilizzato per il confezionamento della bomba. Particolare che ha aggravato la posizione dell'accusato. La parte lesa, che dal giorno dell'arresto dell'uomo ha riacquistato serenità, ha accolto la sentenza aquilana con sollievo. Lo stato di ansia e il malessere provocato dall'inferno subito a causa del comportamento di Sgrò avevano segnato la donna. Nel corso del processo di primo grado celebrato a Vasto, nel ricostruire la vicenda i giudici avevano evidenziato che fra Antonio Sgrò e la vittima non c'era mai stata alcuna relazione sentimentale. La condotta di Sgrò era quindi derivata proprio dal rifiuto subito. Una ricostruzione che ha smentito ogni supposizione o illazione.
«È grande la soddisfazione», afferma il legale della parte civile, l'avvocato Di Giacomo, «soprattutto in relazione alla conferma che sancisce la corretta analisi fatta in primo grado dai giudici del tribunale di Vasto».
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