Nuovo ospedale in Val di Sangro: «Decide Lanciano»
Il vicesindaco Valente: le tensioni con il Comune di Atessa create da Asl e Regione mentre continua il taglio dei servizi
LANCIANO. «Asl e Regione continuano a creare tensioni tra Lanciano e Atessa, a far litigare le amministrazioni comunali e le popolazioni per la collocazione di un fantomatico nuovo ospedale, quando la realtà è invece fatta di tagli. Quelli sì che sono tanti e concreti, sia nel presidio di Lanciano che in quello di Atessa». Il vicesindaco Pino Valente interviene dopo l’infuocato consiglio comunale sulla sanità ad Atessa in cui il manager Asl, Francesco Zavattaro, ha parlato di riconversione dell’ospedale San Camillo in presidio per lungodegenza e riabilitazione e della possibilità di realizzare un nuovo presidio comprensoriale, che deriva dalla somma dei posti letto per pazienti acuti di Lanciano ed Atessa, in Val di Sagro. Nonostante l’opposizione del Comune di Lanciano.
«Quella del nuovo ospedale è una presa in giro», sbotta Valente, «siamo ormai in campagna elettorale, per le regionali, e Zavattaro regge il gioco a chi ha inventato la frottola del nuovo ospedale: il presidente Gianni Chiodi. Asl e Regione continuano a creare tensioni tra Lanciano e Atessa proprio grazie al nuovo presidio, mentre concretamente stanno continuando a operare tagli sia a Lanciano che ad Atessa. L’unica cosa intelligente che le due città dovrebbero fare è unire le forze per combattere contro la Asl e la Regione per riequilibrare la sanità che è a vantaggio di Chieti e Pescara. Lanciano e Vasto hanno 2 posti letto per 1.000 abitanti, Chieti è a 6 posti letto. Dividendoci facciamo un regalo all’area metropolitana Chieti-Pescara che continua a prendere risorse e a farla da padrona».
E Valente torna a bocciare l’idea del sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti, di collocare il nuovo ospedale, che quest’ultimo dice debba essere del territorio, alla foce del Sangro, a ridosso della stazione ferroviaria dove c’è spazio sufficiente per parcheggi, eliporti e sviluppo di nuova economia. «Dove mettere il nuovo ospedale di Lanciano deve deciderlo il Comune di Lanciano e lo ha già fatto, come testimoniano i documenti depositati in Regione. Ma più che pensare al nuovo presidio dobbiamo unirci per riqualificare i due ospedali perché al nuovo non ci crede più nessuno».
Per il vicesindaco è necessario intervenire sul Renzetti dove i posti letto non bastano, le liste di attesa per esami diagnostici si allungano fino ad un anno e mezzo, mancano le attrezzature. «Dove sono finiti i 10 milioni per ristrutturare i reparti del Renzetti? Dove è finita l’emodinamica che doveva andare a Vasto?», chiede Valente
Teresa Di Rocco
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