LA MOBILITAZIONE
Ombrina, 60mila in marcia a Lanciano per dire "no" al petrolio
Corteo dalla zona industriale di Marcianese fino a piazza Plebiscito. Circa 400 i gruppi organizzati partecipanti
LANCIANO. Un fiume interminabile di popolo, 60mila persone di ogni età ed estrazione sociale per dire ‘no” ad un Abruzzo distretto petrolifero, “no” all’Adriatico costellato di piattaforme offshore. Sono arrivati da tutta la regione con il supporto importante di centinaia di associazioni da tutta Italia per una giornata pacifica e gioiosa e una sola parola d’ordine: “No” alla piattaforma di Ombrina Mare, “No” al Petrolio. «Mare e costa è tutta roba nostra», ma anche «Pane e olio senza petrolio», sono due degli slogan col sorriso sulle labbra che la moltitudine ha gridato insieme a decine di sindaci con gonfalone e fascia tricolore, studenti, mamme e gente comune.
Per la seconda volta in due anni una grande manifestazione compatta per combattere un destino non voluto da nessuno e questa volta, a differenza della manifestazione di aprile 2013 a Pescara, il “no” era accompagnato da un dito puntato contro quello che viene reputato il ‘nemicò, il responsabile di un destino a cui l’Abruzzo si oppone: il Governo, che con le scelte dello ‘Sblocca Italià ha dato via libera alle perforazioni sulla costa adriatica.
L’immagine plastica dell’opposizione dei 60mila in nome e per conto di intere regioni alla deriva petrolifera è stata raffigurata dal megastriscione srotolato da Greenpeace sul campanile duecentesco di Lanciano: secondo il corteo il responsabile è il governo di Matteo Renzi. L’enorme striscione giallo raffigurava infatti la faccia del premier sorridente e col pollice alzato e la scritta «Più trivelle per tutti», ma la risposta di Greenpeace a nome di tutto il corteo era «Stop ai fossili, sì alle rinnovabili». Sono arrivati da tutta Italia per dire “no” al petrolio e per riaffermare, come è stato poi detto dal palco del comizio di Piazza Plebiscito che «la politica ci deve rispettare, non accetteremo scelte calate dall’alto, qualcuno racconti per bene a Roma quello che è successo oggi a Lanciano».
Il no al petrolio è partito infatti da molto lontano, passando dal progetto del Centro Oli di Ortona, poi scongiurato grazie alla grande sollevazione popolare nel 2010, fino alle piattaforme Ombrina Mare, Elsa 2, Rospo Mare. «Dire no a Ombrina», incalza Alessandro Lanci, di Nuovo Senso Civico, «significa dire no a tutta una serie di autorizzazioni che verranno. Questo non è un punto di partenza, ma nemmeno di arrivo: contrasteremo in ogni modo le trivelle nell’Adriatico».