Ordigno scoperto in un camion strage evitata alla Laterlite
Lentella, autista trova nell’abitacolo due bombolette di gas da campeggio collegate a un petardo era partito 13 ore prima dalla Calabria per caricare argilla nel Vastese. Indaga anche la Dda
LENTELLA. Ha percorso 605 chilometri da Rosarno ( Reggio Calabria) a Lentella con un rudimentale ordigno nascosto nel cruscotto del suo camion, un Fiat Iveco di 30 tonnellate. Sarebbe bastato un brusco sobbalzo del mezzo o una semplice pressione sull’accendisigari per farlo saltare in aria. Anche nel piazzale della Laterlite, dove era arrivato per caricare del materiale. Ma è stato proprio avvicinandosi all’accendino per ricaricare il telefonino cellulare che il camionista si è accorto dello strano rigonfiamento sotto il cruscotto.
Un terribile presentimento lo ha convinto a chiedere aiuto al 112. È stata la sua salvezza. Per gli investigatori ha fatto la cosa più saggia, come sostiene il tenente dei carabinieri, Loredana Lenoci, non fornendo altre indicazioni. Vista la delicatezza della vicenda e la necessità di proteggere la scampata vittima, la Procura ha secretato le indagini. Il comandante del nucleo radiomobile dei carabinieri della compagnia di Vasto è stato fra i primi ad accorrere sul posto insieme ai suoi militari. Sotto l’accendisigari i militari di Fresagradinaria hanno scoperto un rudimentale ordigno realizzato con due bombolette di gas da campeggio legate a un petardo. Il calore dell’accendino avrebbe provocato una fiammata e una esplosione. Drammatiche le conseguenze. Oltre a uccidere il camionista la deflagrazione avrebbe provocato danni a chiunque si fosse trovato nelle vicinanze del camion. Dunque anche all’azienda che ha sede a Lentella, a due passi dalla fondovalle Trigno, e che non ha nulla a che fare con la vicenda. L’ordigno è stato disinnescato dagli artificieri antisabotaggio dei carabinieri di Chieti coadiuvati dagli esperti della polizia di Pescara.
L’area è stata isolata per sei ore. L’allarme è scattato alle 18 di martedì. La mezzanotte era passata da molti minuti quando il camion è potuto ripartire per tornare a casa. Della vicenda è stata messa al corrente la Procura di Vasto e quella di Reggio Calabria e la Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese. Le indagini sono coperte dal massimo riserbo. Il camionista è stato ascoltato dagli investigatori.
L’uomo ha assicurato di non avere nemici e negato di avere sospetti. Di sicuro, a parere dei carabinieri, l’ordigno è stato sistemato nel camion prima della partenza da Rosarno. Il tir è intestato all’impresa della moglie della scampata vittima. L’azienda della coppia si occupa di lavorazione di materiale isolante e pavimenti in argilla espansa. Gli affari pare vadano bene.
L’Iveco, partito all’alba da Rosarno, è arrivato a Lentella dopo 13 ore per caricare la materia prima. Qualcuno ha cercato di fermare il camion molto prima. Evidentemente, però, il meccanismo si è inceppato. Arrivato a destinazione il guidatore ha fatto l’inquietante scoperta in modo del tutto casuale.
Le due bombolette da campeggio erano legate fra loro con un elastico e agganciate a un petardo. Un marchingegno semplice ma micidiale. L’oggetto si trova ora nelle mani degli esperti. Chi ha fabbricato l’ordigno potrebbe non aver usato i guanti. Gli investigatori hanno controllato palmo a palmo anche il camion alla ricerca di impronte e indizi utili a smascherare i responsabili del tentato attentato. La risposta potrebbe arrivare dalle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso accese nelle vicinanze del piazzale in cui era parcheggiato l’Iveco, a Rosarno. Non viene tralasciata nessuna pista. Si scava nell’attività dell’imprenditore calabrese cogestita con la moglie, ma anche nella vita privata. Si cercano testimoni in grado di fornire indicazioni utili alle indagini. Ma tutto avviene nel più assoluto riserbo.
Non è la prima volta che gli investigatori vastesi sono costretti a occuparsi di attentati. È successo anche in città. Una bomba carta è stata fatta esplodere lo scorso inverno in un locale del centro storico . Questa volta, però, la minaccia è arrivata da molto lontano.
Paola Calvano
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