Ordigno sotto l’auto di una donna Condannato a 5 anni e sei mesi
VASTO. Cinque anni e sei mesi di reclusione e 6mila euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. Interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale durante la pena....
VASTO. Cinque anni e sei mesi di reclusione e 6mila euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. Interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale durante la pena. Risarcimento dei danni alla parte lesa da liquidarsi in sede civile. Confisca di una carabina, delle cartucce e di un ordigno esplosivo di tipo incendiario con i relativi componenti e la trasmissione alla competente Direzione di Artiglieria.
È la sentenza emessa ieri sera dopo due ore e mezzo di camera di consiglio dal tribunale di Vasto in composizione collegiale - presidente Stefania Izzi, giudici a latere Maria Elena Faleschini e Aureliano De Luca - per Antonio Sgrò, il 65enne calabrese ritenuto la persona che il 15 gennaio 2023 posizionò sotto l'auto di una professionista vastese, M.D.F., una bomba incendiaria. L'accusato ha sempre negato, ma ad inchiodarlo sono state le immagini di una telecamera. La pena è la stessa che aveva chiesto la pubblica accusa rappresentata dal pm Vincenzo Chirico, al termine di una lunga e dettagliata requisitoria. La difesa, rappresentata dagli avvocati Raffaele Giacomucci e Isabella Mugoni, ha cercato in tutti i modi di alleggerire la posizione dell'imputato al quale solo qualche giorno fa il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari. Dopo la lettura della sentenza gli avvocati Giacomucci e Mugoni hanno annunciato ricorso in appello.
Antonio Sgò ha assistito senza batter ciglio all'udienza seduto sulla sedia a rotelle. Da mesi infatti l'uomo non riesce a deambulare. Anche ieri è arrivato in aula accompagno in carrozzina. A rappresentare la vittima dell'attentato e che si è costituita parte civile, è stato l'avvocato Rosario Di Giacomo. Quest'ultimo più volte durante il processo ha sottolineato la pericolosità di Sgrò, un uomo che in passato ha commesso reati gravi per il quali era stato anche condannato. In questo caso le accuse nei confronti di Sgrò erano pesanti: danneggiamento per il tentato attentato del 15 gennaio ai danni di M.D.F., tentato incendio, detenzione e porto abusivo di un ordigno esplosivo di tipo incendiario, atti persecutori e poi minacce, intimidazioni e pesanti insulti anche nei confronti di un amico della donna. Fondamentale la fermezza e lucidità con cui nelle precedenti udienze M.D.F. ha ricordato il suo calvario, le lettere minatorie ricevute da Sgrò e gli atteggiamenti persecutori dell’uomo. Oltre ad essere convinta che a posizionare sotto la sua auto una bomba incendiaria fosse l’imputato. Una telecamera sistemata infatti da M.D.F. nell’auto ha ripreso l’attentatore. L’amico della donna non si è costituito parte civile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
È la sentenza emessa ieri sera dopo due ore e mezzo di camera di consiglio dal tribunale di Vasto in composizione collegiale - presidente Stefania Izzi, giudici a latere Maria Elena Faleschini e Aureliano De Luca - per Antonio Sgrò, il 65enne calabrese ritenuto la persona che il 15 gennaio 2023 posizionò sotto l'auto di una professionista vastese, M.D.F., una bomba incendiaria. L'accusato ha sempre negato, ma ad inchiodarlo sono state le immagini di una telecamera. La pena è la stessa che aveva chiesto la pubblica accusa rappresentata dal pm Vincenzo Chirico, al termine di una lunga e dettagliata requisitoria. La difesa, rappresentata dagli avvocati Raffaele Giacomucci e Isabella Mugoni, ha cercato in tutti i modi di alleggerire la posizione dell'imputato al quale solo qualche giorno fa il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari. Dopo la lettura della sentenza gli avvocati Giacomucci e Mugoni hanno annunciato ricorso in appello.
Antonio Sgò ha assistito senza batter ciglio all'udienza seduto sulla sedia a rotelle. Da mesi infatti l'uomo non riesce a deambulare. Anche ieri è arrivato in aula accompagno in carrozzina. A rappresentare la vittima dell'attentato e che si è costituita parte civile, è stato l'avvocato Rosario Di Giacomo. Quest'ultimo più volte durante il processo ha sottolineato la pericolosità di Sgrò, un uomo che in passato ha commesso reati gravi per il quali era stato anche condannato. In questo caso le accuse nei confronti di Sgrò erano pesanti: danneggiamento per il tentato attentato del 15 gennaio ai danni di M.D.F., tentato incendio, detenzione e porto abusivo di un ordigno esplosivo di tipo incendiario, atti persecutori e poi minacce, intimidazioni e pesanti insulti anche nei confronti di un amico della donna. Fondamentale la fermezza e lucidità con cui nelle precedenti udienze M.D.F. ha ricordato il suo calvario, le lettere minatorie ricevute da Sgrò e gli atteggiamenti persecutori dell’uomo. Oltre ad essere convinta che a posizionare sotto la sua auto una bomba incendiaria fosse l’imputato. Una telecamera sistemata infatti da M.D.F. nell’auto ha ripreso l’attentatore. L’amico della donna non si è costituito parte civile.
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