Ospedale, i ricoverati in sala d’attesa
L’accorpamento con Urologia a causa dei lavori aggrava la situazione del reparto, in geriatria aggiunti quattro letti
LANCIANO. Tutto esaurito: non ci sono posti liberi nel reparto di Chirurgia-Urologia dell’ospedale Renzetti. Accorpati dall’estate 2007, i due reparti sono ancora insieme, a causa dei lavori di ristrutturazione nel piano dell’urologia. Da alcuni giorni, però, i 32 posti letto a disposizione delle due unità non bastano a soddisfare le esigenze di ricovero. E non è neanche a causa dell’accoglienza dei malati provenienti dalle zone terremotate, ormai quasi tutti dimessi o trasferiti.
Il reparto “scoppia” e i pazienti che devono essere ricoverati in day surgery per interventi programmati sono costretti a rimanere seduti sulla sedia fino al momento dell’intervento e a sperare che nel frattempo venga dimesso qualcuno.
Pienone anche in geriatria dove per far fronte alle richieste sono stati aggiunti 4 letti. Situazioni-limite, che creano disagi ai pazienti, ma anche ai medici e agli infermieri, costretti a svolgere un carico di lavoro maggiore. Non è la prima volta che la chirurgia soffre per la carenza di letti: spesso i malati sono molti di più dei 32 che possono essere ospitati ed è necessario appoggiarsi ad altri reparti. Nei mesi scorsi erano arrivati ad essere accolti anche 40 pazienti, dirottati in altre unità. Ma, da alcuni giorni la situazione si è fatta più difficile.
A disagio ci sono soprattutto i pazienti che hanno ricoveri programmati da tempo. Arrivano al mattino e sono costretti ad aspettare ore, seduti in sala d’attesa o lungo il corridoio prima di potersi sistemare nel letto. «In chirurgia i posti letto sono diventati oro», afferma Patrizia Bianchi, responsabile regionale del Nursing Up, sindacato degli infermieri. «Chi entra per un day surgery è costretto a rimanere seduto sulla sedia fino al momento dell’intervento» aggiunge «e a sperare che nel frattempo venga dimesso qualcuno. Inoltre nella stessa unità operativa di chirurgia, ci si occupa anche dell’assistenza pre e post operatoria ai pazienti di neurochirurgia che non ha ancora un reparto proprio. Il personale infermieristico è sempre lo stesso, ma deve lavorare con ben 3 equipe mediche (chirurgica, urologica e neurochirurgica), e assistere più pazienti».
Ma dalla Asl minimizzano. «E’ normale ed è un “bene” che i posti siano tutti occupati», rispondono dalla sede dell’azienda sanitaria «perché vuol dire che si lavora a pieno regime perché gli utenti scelgono sempre più di rivolgersi all’ospedale frentano. A volte capita che ci siano dei ritardi nel momento delle dimissioni perchè il personale che deve chiudere il ricovero è impegnato. Aspettare è spiacevole per l’utente, sia per chi deve essere dimesso che per quello che deve essere ricoverato, ma può capitare».
Per uscire da questa situazione di emergenza che si ripete spesso e non dipende dalla presenza di malati provenienti dalle zone colpite dal sisma del 6 aprile (c’è un solo paziente in chirurgia), è aumentare i posti letto nel reparto. «O meglio» precisa Patrizia Bianchi «ripristinare i posti cancellati e magari aprire il reparto di neurochirurgia con personale proprio».
Il reparto “scoppia” e i pazienti che devono essere ricoverati in day surgery per interventi programmati sono costretti a rimanere seduti sulla sedia fino al momento dell’intervento e a sperare che nel frattempo venga dimesso qualcuno.
Pienone anche in geriatria dove per far fronte alle richieste sono stati aggiunti 4 letti. Situazioni-limite, che creano disagi ai pazienti, ma anche ai medici e agli infermieri, costretti a svolgere un carico di lavoro maggiore. Non è la prima volta che la chirurgia soffre per la carenza di letti: spesso i malati sono molti di più dei 32 che possono essere ospitati ed è necessario appoggiarsi ad altri reparti. Nei mesi scorsi erano arrivati ad essere accolti anche 40 pazienti, dirottati in altre unità. Ma, da alcuni giorni la situazione si è fatta più difficile.
A disagio ci sono soprattutto i pazienti che hanno ricoveri programmati da tempo. Arrivano al mattino e sono costretti ad aspettare ore, seduti in sala d’attesa o lungo il corridoio prima di potersi sistemare nel letto. «In chirurgia i posti letto sono diventati oro», afferma Patrizia Bianchi, responsabile regionale del Nursing Up, sindacato degli infermieri. «Chi entra per un day surgery è costretto a rimanere seduto sulla sedia fino al momento dell’intervento» aggiunge «e a sperare che nel frattempo venga dimesso qualcuno. Inoltre nella stessa unità operativa di chirurgia, ci si occupa anche dell’assistenza pre e post operatoria ai pazienti di neurochirurgia che non ha ancora un reparto proprio. Il personale infermieristico è sempre lo stesso, ma deve lavorare con ben 3 equipe mediche (chirurgica, urologica e neurochirurgica), e assistere più pazienti».
Ma dalla Asl minimizzano. «E’ normale ed è un “bene” che i posti siano tutti occupati», rispondono dalla sede dell’azienda sanitaria «perché vuol dire che si lavora a pieno regime perché gli utenti scelgono sempre più di rivolgersi all’ospedale frentano. A volte capita che ci siano dei ritardi nel momento delle dimissioni perchè il personale che deve chiudere il ricovero è impegnato. Aspettare è spiacevole per l’utente, sia per chi deve essere dimesso che per quello che deve essere ricoverato, ma può capitare».
Per uscire da questa situazione di emergenza che si ripete spesso e non dipende dalla presenza di malati provenienti dalle zone colpite dal sisma del 6 aprile (c’è un solo paziente in chirurgia), è aumentare i posti letto nel reparto. «O meglio» precisa Patrizia Bianchi «ripristinare i posti cancellati e magari aprire il reparto di neurochirurgia con personale proprio».