Pantaleo: chiederemo i danni al Comune

Il presidente della Casa di conversazione: i lavori di ristrutturazione dell’edificio fatti e pagati da noi

LANCIANO. «Chiederemo i danni al Comune». È furioso Fiorello Pantaleo, presidente dell’associazione Casa di conversazione, dopo l’annuncio di sfratto da parte del comune dai locali occupati dall’associazione in Piazza Plebiscito. Il sindaco, Mario Pupillo, aveva ribadito il pagamento di 49 mila euro a titolo di canoni di affitto arretrati e auspicato la possibilità di venire incontro all’associazione solo se all’interno della struttura da 450 metri quadri ci fosse stato spazio per insediare anche alcuni uffici comunali.

Pantaleo alla richiesta del saldo arretrato aveva sempre replicato con il pagamento, da parte dell’associazione, di 30 mila euro spesi per la ristrutturazione dei locali della Casa di conversazione. Ma per il sindaco Pupillo di quei lavori non ci sarebbe «traccia nè a livello di autorizzazioni, nè nei bilanci dell'associazione». Di qui la rabbia di Pantaleo.

«I lavori», precisa, «sono stati fatti e il Comune ne è stato messo subito al corrente con una lettera protocollata il 6 giugno 2008». A quella lettera di annuncio di inizio lavori il Comune, secondo il presidente dell’associazione, non avrebbe mai risposto, con la conseguenza che i lavori sono cominciati per effetto del silenzio-assenso. «Gli interventi, visibilissimi anche oggi», prosegue Pantaleo, « sono durati per due mesi e sono stati seguiti giornalmente dall’ufficio tecnico sotto la supervisione dell’ingegner Boccabella che ha scelto perfino i colori da utilizzare per la controsoffittatura. È inammissibile», incalza Pantaleo, «parlare dei nostri bilanci, visto che sono privati, ed è gravissimo dichiarare che i lavori siano stati fatti senza autorizzazione, non abbiamo truffato nessuno, anzi, è l’associazione ad aver anticipato i soldi al Comune. Abbiamo chiesto perfino una perizia da parte del Comune senza che ci fosse mai stata data risposto».

L’associazione accusa un «danno di immagine», dal momento che, a causa del contenzioso, parecchi soci non avrebbero rinnovato l’iscrizione e perfino mancati introiti pubblicitari. «Come sarebbe diventata la Casa di conversazione dopo 140 anni senza un intervento da parte nostra?», chiede Pantaleo, «la sala pompeiana anni fa si era allagata e abbiamo dovuto intervenire d’urgenza».

Quanto alla possibilità di ospitare uffici comunali nella struttura Pantaelo afferma: «Ci chiedono cinque stanze su sei: che tipo di apertura alla città si vuole fare se gli spazi sono tutti occupati da uffici? Dove si dovrebbe fare cultura e dove conversazione?».

Daria De Laurentiis

©RIPRODUZIONE RISERVATA