CHIETI
Perseguita per un anno la barista: insulti, botte e pretende anche di entrare senza mascherina
Nei guai una 50enne. I poliziotti: non si contano gli episodi di molestie e le aggressioni fisiche e verbali
CHIETI. Ha perseguitato per un anno, insultandola e picchiandola, la barista di un bar tabaccheria di Chieti. Non solo: nell’ultimo periodo, in piena emergenza Covid, ha preteso di entrare senza indossare la mascherina. Una teatina di 50 anni, dopo le indagini dei poliziotti della squadra mobile di Chieti, rischia di finire sotto processo con l’accusa di atti persecutori: su richiesta del pm Lucia Anna Campo, il giudice Andrea Di Berardino ha fissato l’udienza preliminare al 28 settembre.
Non si contano, in base alla ricostruzione degli investigatori, gli episodi di molestie e le aggressioni fisiche e verbali che hanno visto protagonista la donna. Quest’ultima si presentava nel locale ogni giorno, già dall’orario di apertura, chiedendo ai clienti il pagamento di consumazioni e sigarette: in caso di rifiuto, iniziava a gridare minacce di morte. La 50enne è stata allontanata più volte anche dagli stessi avventori perché, nonostante la pandemia, non voleva proprio saperne di utilizzare i dispositivi di protezione individuale. A partire dal dicembre dello scorso anno, gli episodi si sono intensificati ed aggravati perché la donna si è resa responsabile anche di episodi di violenza fisica nei confronti della barista di 29 anni. Aggressioni a seguito delle quali, in più occasioni, è stato necessario anche l’intervento della squadra volante. In alcune circostanze, la vittima, temendo nuovi raid, è stata costretta a chiudersi nel bar, in attesa dell’arrivo della polizia, oppure a farsi accompagnare e riprendere dal compagno. Quando la situazione è diventata insostenibile, ha deciso di formalizzare una denuncia in questura. L’imputata è assistita dall’avvocato Italo Colaneri.
(g.let.)