Posta, Guardiagrele chiuderà il centro di smistamento
Dal primo gennaio, la corrispondenza dovrà essere prelevata dall’ufficio centrale di Chieti La protesta di Primavera: i postini dovranno fare la spola e questa la chiamano razionalizzazione
GUARDIAGRELE. L'ufficio postale perde la funzione di smistamento della corrispondenza e retrocede al ruolo di sportello periferico. La novità entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2013, e si tratta di un risvolto che alimenterà la già vivace polemica che prese piede in città nel 2009, quando l'immagine di Poste italiane dovette subire un duro colpo a causa di ripetuti black-out nella consegna della corrispondenza in alcuni quartieri della cinta urbana.
Da allora, le inefficienze si manifestarono ciclicamente anche in frazioni popolose come Villa San Vincenzo, tanto che fu la stessa amministrazione comunale a intervenire in un paio di occasioni verso la direzione provinciale di Pi per mettere fine al disservizio. Se i buchi di qualche giorno nella distribuzione della posta erano ascrivibili a carenza di personale, stavolta si prospetta un cambio radicale nell'organizzazione del servizio.
Il perché lo spiega Gianluca Primavera, consigliere comunale del centrosinistra all'opposizione. «Il recapito della posta dipenderà direttamente da Chieti», anticipa l'esponente di Rifondazione, «difatti né Guardiagrele, né i paesi limitrofi fruiranno regolarmente del servizio con gravi conseguenze nella consegna, poiché tutti i portalettere dovranno recarsi singolarmente a Chieti e da lì ripartire per la destinazione». Se la centralizzazione a Chieti dovesse estendersi anche alla posta in partenza, si verificherebbe la circostanza singolare di lettere che viaggeranno verso il capoluogo per poi ritornare al luogo di partenza per il recapito. Sarebbe un tragitto di 60 chilometri per coprire distanze di poche centinaia di metri tra mittente e destinatario, oppure nell'ambito dello stesso stabile in caso di comunicazioni tra condomini. «Questa, probabilmente», ironizza Primavera, «viene definita razionalizzazione, ma ancora più interessante è immaginare cosa succederà. Tutti i portalettere», prosegue il consigliere, «in un caos totale convergeranno in un unico luogo per ritirare la posta. Ognuno con l'auto privata dovrà arrivare a Chieti e quindi ripartire con l’auto delle Poste, quindi ritornare a Chieti, lasciare il mezzo aziendale e riprendere la propria auto. Per giunta», incalza Primavera, «con orari di lavoro invariati e difficoltà a consegnare la posta dappertutto, e si provi a immaginare cosa accade in caso di maltempo. A questo punto, l’unica possibilità sarà quella di modificare gli orari escludendo magari il sabato, ma comunque ci saranno zone prive per giorni del servizio di recapito».
Primavera annuncia un intervento istituzionale: «Invierò una lettera al sindaco per chiede di attivarsi, anche perché, come per l’acqua, i cittadini hanno strumenti molto convincenti per Poste italiane. E lo stesso credo debbano fare tutti i sindaci del territorio».
Francesco Blasi
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