Lanciano

Pugno in faccia da un compagno di classe, scuola condannata: 16mila euro di risarcimento

9 Febbraio 2025

Il caso a Lanciano nel 2018: il bambino, che all’epoca aveva 8 anni, riportò la frattura del naso. Riconosciuta la responsabilità delle insegnanti nella mancata vigilanza

LANCIANO. Colpito con un pugno sul naso da un compagno di classe, la scuola è stata condannata a risarcire il danno. Il tribunale dell'Aquila ha riconosciuto la responsabilità delle insegnanti di una scuola primaria di Lanciano nell'infortunio del minore, che all'epoca frequentava l'istituto. Ci sono voluti sei anni, infatti, perché i genitori di Andrea (nome di fantasia) avessero giustizia per quanto accaduto al figlio, oggi quindicenne.

La sentenza della causa civile di primo grado è stata emessa nel settembre 2024, recentemente è poi passata in giudicato poiché né il ministero dell'Istruzione, chiamato a rispondere per la scuola, né la compagnia assicurativa, hanno fatto ricorso. Il risarcimento riconosciuto alla famiglia di Andrea ammonta, tra danno e spese di giudizio, ad oltre 16mila euro. «Non l'abbiamo fatto per il risarcimento», dichiarano al Centro i genitori del ragazzo, assistiti dall'avvocato Patrizia Di Puorto, «ma per poter dire a nostro figlio che abbiamo fatto qualcosa davanti al trauma e all'ingiustizia che aveva patito».

Il fatto risale al gennaio 2018, quando Andrea aveva appena 8 anni. Quel giorno il papà va a riprenderlo a scuola e nota la tumefazione sul volto, quindi rientra a scuola per chiedere spiegazioni alle insegnanti. Queste, sentite come testimoni nel procedimento, riferiscono che «la classe frequentata dal minore era una classe vivace e dinamica, i bambini litigavano e poi si riappacificavano, ma il giorno dell'infortunio non avevano assistito ad alcun incidente, né il minore aveva lamentato alcun trauma». È Andrea a raccontare al padre quanto accaduto, ovvero che alla fine dell’ora di educazione motoria due compagni di classe di 7 anni si sono avvicinati a lui per canzonarlo, come altre volte, per poi colpirlo sul naso.

Andrea viene portato dai genitori al pronto soccorso, dove gli viene diagnosticata la frattura delle ossa nasali con prognosi di 8 giorni. Dopo aver chiesto invano un provvedimento da parte della scuola, i genitori si rivolgono ai carabinieri. Da qui inizia un lungo iter giudiziale, fino alla sentenza di cinque mesi fa. Il ministero, rappresentato e difeso dall'avvocatura dello Stato dell'Aquila, e la compagnia assicurativa, hanno chiesto il rigetto della domanda di risarcimento.

Il giudice Antonella Camilli l'ha, invece, accordata, sostenendo nelle motivazioni che «anche se non fosse vera la versione dei fatti riferita dall’attore (le uniche prove sono il racconto del bambino al padre, ndr) è certo che il bambino ha subito la lesione durante l’orario scolastico e le insegnanti, come da loro stesse ammesso, non si sono accorte di nulla. Vi è quindi un’omissione della doverosa vigilanza sui bambini di così tenera età da parte delle insegnanti, persino a prescindere dall’accertamento dell’effettiva dinamica dei fatti».

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