Recogen, Comune pronto al ricorso al Tar
Il sindaco Lapenna: chiederemo all’Ue, che ha finanziato il progetto, se conosce la realtà dei luoghi
VASTO. Un ricorso al Tar e una informativa all’Unione Europea nel caso in cui dalla lettura degli atti dovesse emergere una diversa rappresentazione della realtà dei luoghi. Il Comune passa al contrattacco sul progetto Recogen della ditta Puccioni che nei giorni scorsi ha ottenuto il via libera della conferenza dei servizi.
Per enti come l’Arta (Agenzia regionale per l’ambiente) e l’Asl che hanno rilasciato parere favorevole all’impianto per la rigenerazione dell’acido cloridrico a due passi dalla riserva naturale di Punta Aderci, non ci sono motivi ostativi. Di diverso avviso il Comune che, pur avendo rilasciato un parere negativo, è finito sulla graticola per non aver partecipato alla conferenza dei servizi, coincisa, ironia della sorte, con le esalazioni irritanti che si sono nuovamente manifestate nella zona industriale di Punta Penna in forma particolarmente intensa nelle giornate del 13 e 14 febbraio.
A riprova, secondo i Comitati e le associazioni, di quanto sia azzardato, in una situazione del genere e senza aver fatto chiarezza sulle cause, autorizzare impianti ad alto impatto ambientale a pochi metri da un insediamento abitativo e da un’area protetta frequentata in estate da migliaia di turisti.
«La nostra presenza alla riunione non avrebbe cambiato l’esito finale», ribatte il sindaco Luciano Lapenna che ieri ha chiarito la posizione del Comune «unico ente che ha rilasciato parere negativo, eccependo l’assenza di un quadro chiaro sulle emissioni e sulla qualità dell’aria, in linea con il principio di precauzione».
Il primo cittadino, affiancato dagli assessori Anna Suriani (ambiente) e Marco Marra (lavori pubblici), non ha escluso azioni legali: un ricorso al Tar «se ci sono appigli giuridici e senza esporre il Comune a richieste risarcitorie», e una informativa all’Unione Europea che ha finanziato il progetto della Puccioni.
Quello che l’amministrazione comunale vuole verificare è se c’è stata, da parte dell’impresa, una rappresentazione diversa della realtà territoriale. «Continueremo a tutelare la collettività, senza fare sconti a nessuno come abbiamo già fatto in passato per la centrale a biomasse della Istonia Energy», ha promesso Lapenna, «e continueremo a pretendere dagli organi di controllo, soprattutto Arta e Asl, il rispetto della legge. Ma c’è anche la necessità di fare chiarezza su quell’area dove incombono più piani di enti sovracomunali».
Nel frattempo è botta a risposta tra il Comitato presieduto da Lorenzo Luciano e la Puccioni. Alle dieci domande poste dagli ambientalisti che parlano di «una pratica che ha stabilito un record di velocità passando nel giro di 55 giorni da un parere negativo a uno positivo», ha replicato l’impresa sostenendo di aver subito un danno di 20 milioni di euro a causa delle lungaggini burocratiche.
Anna Bontempo
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