Maxi giro di cocaina: le cessioni anche all’ufficio postale, nei guai un ex carabiniere. Sette indagati, chiesti due arresti

Scoperto maxi giro di droga dalla Squadra Mobile di Chieti. Documentati centinaia di episodi con video e pedinamenti. I clienti più volte al giorno a casa del principale pusher, nei guai pure un ex carabiniere teatino
CHIETI. Era in detenzione domiciliare, ma vendeva cocaina alla sua ampia platea di clienti spacciandola dalla finestra di casa, lasciandola sotto terra oppure consegnandola attraverso i finestrini delle auto. A ricostruire centinaia di cessioni di droga – tramite pedinamenti, sequestri, immagini di una videocamera e intercettazioni telefoniche e ambientali – è stata la squadra mobile di Chieti. Un 53enne, residente in una zona periferica della città, al confine con San Giovanni Teatino, rischia ora di finire dietro le sbarre: il pubblico ministero Lucia Anna Campo ha chiesto nei suoi confronti il carcere.
Sono sette, in totale, gli indagati nell’inchiesta portata avanti dalla polizia di Stato. La procura ha sollecitato anche un’ulteriore misura cautelare, in questo caso gli arresti domiciliari, per una 74enne di Pescara, la più assidua “collaboratrice” dello spacciatore incallito, che avrebbe condiviso con lui i guadagni. Sono stati denunciati, invece, altri tre presunti pusher teatini: un ex carabiniere di 53 anni, licenziato dall’Arma perché già condannato in un’inchiesta per droga, un 37enne e un 46enne. Risultano indagati a piede libero anche due pescaresi accusati di essere i fornitori della sostanza stupefacente: uno ha 55 anni, l’altro 54.
Una telecamera montata dagli investigatori nei pressi dell’abitazione del principale indagato ha consentito di immortalare in diretta la consegna delle dosi e delle banconote, che avveniva attraverso un metodo ben collaudato e finalizzato a sfuggire alle verifiche da parte delle forze dell’ordine.
Sono persino spuntate operazioni, per così dire, di bonifica dei luoghi: le attuavano i pusher legati al 53enne, i quali, prima di fare ingresso nella sua casa, giravano nelle aree circostanti per verificare l’eventuale presenza di poliziotti. Ma tutte queste cautele non sono state comunque sufficienti per eludere i controlli degli investigatori della Mobile, che hanno sequestrato numerose dosi agli acquirenti. Alcuni di loro si sono recati nell’abitazione del 53enne anche più volte nel corso della stessa giornata. È emerso, dunque, un giro d’affari illecito ritenuto considerevole dagli inquirenti. Per mezzo grammo di cocaina, ogni cliente pagava 50 euro. Parecchie cessioni sono avvenute in strada, nelle vicinanze della casa di cura Villa Pini e nei pressi dell’ufficio postale di Torrevecchia Teatina. È venuto fuori che il 53enne, in molte occasioni, ha nascosto la droga addirittura sotto il terreno, sempre in punti diversi. Uno stratagemma che l’uomo aveva utilizzato già qualche anno fa, quando era stato arrestato insieme a due complici.
Ieri mattina il principale indagato è stato ascoltato dal giudice Andrea Di Berardino nel corso dell’interrogatorio preventivo (introdotto dalla legge Nordio): ha confessato, ammettendo di aver sbagliato e facendo presente di trovarsi in un momento di grossa difficoltà economica. Anche la donna nei cui confronti sono stati chiesti i domiciliari ha potuto fornire la sua versione dei fatti. Ora si attende la decisione del giudice. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Carlo Di Mascio, Rocco Di Sipio e Claudio Paolone.
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