Sei progetti pronti in Comune per altri 500 appartamenti
Previste nuove iniziative edilizie in città nonostante 3 mila abitazioni siano rimaste invendute Alinovi (Codici): «Il piano regolatore della giunta Tagliente ha creato danni al territorio»
VASTO. Sei progetti per la realizzazione di altrettanti complessi edilizi, alcuni dei quali in zona franosa, per un totale di circa 500 appartamenti. Una nuova colata di cemento rischia di abbattersi su una città che negli ultimi dieci anni ha registrato una massiccia espansione urbanistica e dove la corsa al mattone non si ferma, nonostante la presenza di 3 mila appartamenti invenduti. Il consumo di suolo, che il centrosinistra ha detto più volte di voler arrestare, procede a tamburo battente. Anche se nel corso del 2012 l’ufficio urbanistico comunale guidato dall’architetto Pasquale D’Ermilio ha rilasciato un numero di permessi a costruire inferiore rispetto all’anno precedente, ci sono grossi progetti che attendono ancora il via libera e che, se dovessero andare in porto, andrebbero a incrementare ulteriormente l’offerta di case al mare. Si tratta di lottizzazioni quasi tutte previste alla Marina, verso San Salvo. Tra queste c’è anche un villaggio turistico sulla collina di Montevecchio, zona notoriamente soggetta a smottamenti e che sarebbe opportuno non appesantire ulteriormente con nuove costruzioni. Tutto questo mentre si attende ancora la definitiva approvazione delle nuove norme tecniche (sulle quali pende l’annullamento da parte del Tar di Pescara), e si continua a parlare di una variante al piano regolatore sulla quale il centrosinistra che amministra la città non è riuscito a trovare un accordo, per stessa ammissione del sindaco, Luciano Lapenna.
L’emergenza edilizia. Tremila appartamenti invenduti e 254 unità immobiliari poste sotto sequestro dalla magistratura per presunti abusi. È esplosiva la situazione edilizia in città dove nei giorni scorsi sono scattati i sigilli ad un complesso turistico in contrada San Tommaso. «La Procura sta facendo un lavoro eccellente, è l’amministrazione comunale che non fa il suo dovere», attacca Riccardo Alinovi, portavoce di Codici, «nell’edilizia c’è una illegalità diffusa e un’assoluta mancanza di controlli, come dimostrano i recenti sequestri disposti dalla magistratura. La massiccia espansione urbanistica che la città ha conosciuto in questi ultimi dieci anni grazie al piano regolatore dell’ex sindaco Giuseppe Tagliente, oltre ad aver danneggiato in maniera irreparabile il territorio, non ha neanche avuto un risvolto economico positivo. Mi riferisco agli oneri di urbanizzazione che i costruttori devono versare. Il Comune avrebbe riscosso centinaia di milioni di euro se non avesse deciso di scomputare le somme in cambio di opere dalla dubbia utilità pubblica, privandosi di risorse che potevano essere utilizzate per realizzare le infrastrutture».
Le critiche all’assessore. Di situazione drammatica parlano anche Nicola Del Prete e Davide D’Alessandro che non lesinano critiche all’indirizzo dell'assessore Vincenzo Sputore. «Quando Lapenna ha deciso di assegnargli la delega all’urbanista siamo rimasti esterrefatti», dicono i due consiglieri comunali di Fli, «non fosse altro perché in ogni circostanza il sindaco ribadisce che i problemi di questa città, a livello urbanistico, sono scaturiti dalle precedenti amministrazioni Tagliente e Pietrocola. Bene, concordiamo con lui, ma come può assegnare una delega così importante a un amministratore che, quando Tagliente e Pietrocola distruggevano Vasto, tanto per usare un termine caro a Lapenna, sedeva con loro in giunta, condividendone responsabilità amministrative e politiche? Questo è un aspetto che riteniamo debba far riflettere, non solo il Pd, ma più in generale, il mondo politico locale», incalzano Del Prete e D'Alessandro, secondo i quali «oggi assistiamo al collasso dell’edilizia. La crisi a Vasto è più drammatica rispetto ad altre realtà territoriali. Ne sono una testimonianza le case realizzate e invendute, al cospetto di previsioni d’incremento demografico e di fabbisogno abitativo fantastiche, oltre alla chiusura delle agenzie immobiliari».
Anna Bontempo
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