Sono le ore più difficili per la speleologa bloccata. E nella grotta c’è anche un medico teatino
Nella «Abisso Bueno Fonteno» si trova Silvio Ramondo: la dottoressa abruzzese dello Speleo Club Chieti fa parte del Corpo di soccorso alpino
FONTENO. Sono stabili le condizioni di Ottavia Piana, la speleologa bresciana di 32 anni bloccata da sabato sera nella grotta «Abisso Bueno Fonteno», nel Bergamasco, dopo una caduta di oltre 5 metri che le ha causato diverse ferite. Nel team dei soccorritori c’è anche la dottoressa teatina Silvia Ramondo (foto) dello Speleo Club Chieti. La Ramondo è medico Cnsas – Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico, ed è stata tra le prime ad arrivare per le operazioni di recupero della 32enne, che proseguono ininterrotte impegnando oltre cento soccorritori. Le operazioni di risalita dovrebbero concludersi non prima di domani sera: fondamentale nella buona riuscita la presenza di un medico e, quindi, dell’abruzzese Ramondo.
«Le condizioni di salute di Ottavia Piana sono stabili: è costantemente seguita da un medico e un infermiere. È trasportata con una barella speciale agganciata in orizzontale alla teleferica e contiamo di portarla in salvo entro mercoledì», ha confermato Luca Longo, uno dei soccorritori in azione nell'enorme grotta che si trova tra i laghi d'Iseo e di Endine e che è buona parte inesplorata. Proprio Ottavia Piana, assieme ai colleghi, stava mappando una zona nuova quando è rimasta vittima dell'infortunio.
La trentaduenne sta bene, ma è sconsolata per l'accaduto, tanto da aver voluto spiegare che non intende più mettere piede in una grotta: al di là delle ferite riportate nell'incidente - sicuramente fratture facciali e problemi alle vertebre e alle costole, oltre che a un ginocchio - ai due medici che l'hanno raggiunta fin dalle prime ore dopo l'infortunio ha spiegato di voler abbandonare la speleologia. Già lo scorso luglio 2023 era rimasta bloccata all'interno della stessa grotta, più o meno nella stessa zona. Dopo quell'infortunio - per il quale erano servite 48 ore di tempo perché venisse riportata fuori - aveva comunque ripreso l'attività di speleologa.
L'importanza del suo lavoro è stata ribadita anche dal presidente della Società speleologica italiana, Sergio Orsini: «Queste esplorazioni non sono solo un'impresa sportiva, ma rappresentano un contributo fondamentale alla mappatura del sottosuolo e all'analisi di risorse vitali come l'acqua che beviamo. L'operazione di salvataggio è affidata alle mani esperte dei medici e dei volontari del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico, un'organizzazione che ha già dimostrato innumerevoli volte la sua straordinaria competenza».
All'interno della grotta sono presenti una ventina di soccorritori, che si alternano nel trasporto della barella e nelle attività di disostruzione dei meandri più stretti, che vengono aperti con di specifici martelli demolitori. Ottavia viene nel frattempo riscaldata grazie a una particolare tuta detta «piovra» che, grazie a una cella a carbone e a un ventilatore a batteria, fa girare aria calda nei quattro «tentacoli» posizionati sugli arti. Viene inoltre alimentata con prodotti energizzanti.
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