CHIETI / LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELLA PANDEMIA
Sos Confcommercio: la crisi spinge le imprese nelle mani dell'usura
Allarme dell'associazione sull'incremento dei disoccupati, il difficile accesso al credito e la riduzione del volume d'affari che affliggono i titolari di numerose attività nel commercio al dettaglio, abbigliamento, ristorazione e turismo
CHIETI. Riduzione del volume d’affari (37,5%), mancanza di liquidità e difficoltà di accesso al credito (36,9%) con la gestione delle procedure per adeguarsi alle nuove norme sanitarie (13,5%). Problemi connessi agli adempimenti burocratici (12,1%). Sono impietosi i numeri elencati da Confcommercio Chieti per esprimere la grande preoccupazione dell’associazione sul destino delle imprese del commercio al dettaglio, abbigliamento, ristorazione e quelle del comparto turistico, ricettive e balneari.
“La crisi economica provocata dal Covid, che sta mettendo a dura prova il mondo imprenditoriale, rischia di favorire lo sviluppo di fenomeni criminali”. Le parole del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, suonano come un campanello d’allarme su territori come quelli teatino e regionale dove l’usura potrebbe trovare campo fertile tra le imprese piegate dalla crisi innescata dalla pandemia. Confcommercio Chieti torna a denunciare il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose in Abruzzo, un rischio che minaccia il futuro delle imprese in tutti i settori produttivi, e si dice pronta a replicare il protocollo nazionale, a firma di Confcommercio e del ministero dell’Interno, tramite il prefetto, con il quale è cominciata una proficua interlocuzione.
“Con la crisi economica che ha già investito il nostro Paese e la nostra provincia per effetto della pandemia, stiamo assistendo a un aumento del tasso di disoccupazione, a un repentino deterioramento dei redditi, anche di privati, e alla conseguente crescita” afferma Marisa Tiberio, la presidente di Confcommercio Chieti, “dei cosiddetti crediti problematici. L’indebitamento va attenzionato non solo per le imprese, ma anche per i nuclei familiari. Bisogna lavorare affinché si possa consentire ai debitori una ripartenza”, prosegue Tiberio, “anche se non tutti i debiti pregressi sono stati pagati, e per una maggiore responsabilizzazione dei finanziatori nel caso di concessione imprudente del credito. Occorre muoversi in fretta in vista di un autunno e di un inverno che si annunciano pieni di insidie economiche e sanitarie”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA