Suona la campana per San Camillo
Bucchianico, rintocchi ogni giorno alle 12 per chiedere la protezione del patrono
BUCCHIANICO. Ogni giorno alle 12, dall’11 marzo scorso, i bucchianichesi suonano la campana di San Camillo De Lellis per invocare l’aiuto e l’intercessione del santo patrono universale dei malati, degli infermieri, degli ospedali e corpo sanitario dell’esercito contro il coronavirus. La campana fu lasciata in eredità dal Gigante della Carità ai suoi concittadini nel 1612, l’ultima volta che fece visita al suo paese nativo. Bandiere e drappi con la croce rossa sono esposte dai balconi in segno di devozione.
«Questa è la mia Patria! Figlioli miei, quando avrete bisogno di me, quando infuriano le tempeste e le bufere, suonate la mia campana. Vi farò sentire la mia presenza e dal cielo vi aiuterò», riporta la targa nel chiostro della chiesa, posta sotto la campana, dove una volta c’era la corda per suonarla. «Nel 1600 la società era volta all’ agricoltura e le maggiori disgrazie erano attribuite a cataclismi naturali», spiega il rettore del Santuario San Camillo De Lellis, padre Cristoforo Trebski, «i bucchianichesi sono molto legati al loro santo nativo e chiedono in continuazione che la sua campana venga suonata per sostenere i fedeli in questo momento di bisogno. Non dobbiamo dimenticare che San Camillo si è dedicato ai malati anche nel periodo delle pestilenze», racconta il rettore che ricorda che l’Ordine dei camilliani oltre al voto di castità, povertà e obbedienza professa anche il quarto voto, quello del servizio ai malati anche con il rischio della propria vita.
Tantissime le chiamate che arrivano al santuario da tutto l’Abruzzo, e anche da oltre, per chiedere ai religiosi intenzioni di preghiere, messe e tridui celebrati in forma privata. «In questo momento di emergenza la comunità bucchianichese sta esponendo, come a luglio quando si celebra la sua salita in cielo, i drappi e le bandiere con la sua croce rossa dai balconi», continua padre Cristoforo, «stiamo mettendo tutti a prova la nostra fragilità. Se da una parte abbiamo bisogno dell’aiuto di San Camillo dall’altra dobbiamo essere capaci di dare nel nostro piccolo aiuto al prossimo con piccoli gesti di carità fraterna e con la preghiera». Per aggiornamenti c’è la pagina Facebook Santuario San Camillo de Lellis. (d.z.)
«Questa è la mia Patria! Figlioli miei, quando avrete bisogno di me, quando infuriano le tempeste e le bufere, suonate la mia campana. Vi farò sentire la mia presenza e dal cielo vi aiuterò», riporta la targa nel chiostro della chiesa, posta sotto la campana, dove una volta c’era la corda per suonarla. «Nel 1600 la società era volta all’ agricoltura e le maggiori disgrazie erano attribuite a cataclismi naturali», spiega il rettore del Santuario San Camillo De Lellis, padre Cristoforo Trebski, «i bucchianichesi sono molto legati al loro santo nativo e chiedono in continuazione che la sua campana venga suonata per sostenere i fedeli in questo momento di bisogno. Non dobbiamo dimenticare che San Camillo si è dedicato ai malati anche nel periodo delle pestilenze», racconta il rettore che ricorda che l’Ordine dei camilliani oltre al voto di castità, povertà e obbedienza professa anche il quarto voto, quello del servizio ai malati anche con il rischio della propria vita.
Tantissime le chiamate che arrivano al santuario da tutto l’Abruzzo, e anche da oltre, per chiedere ai religiosi intenzioni di preghiere, messe e tridui celebrati in forma privata. «In questo momento di emergenza la comunità bucchianichese sta esponendo, come a luglio quando si celebra la sua salita in cielo, i drappi e le bandiere con la sua croce rossa dai balconi», continua padre Cristoforo, «stiamo mettendo tutti a prova la nostra fragilità. Se da una parte abbiamo bisogno dell’aiuto di San Camillo dall’altra dobbiamo essere capaci di dare nel nostro piccolo aiuto al prossimo con piccoli gesti di carità fraterna e con la preghiera». Per aggiornamenti c’è la pagina Facebook Santuario San Camillo de Lellis. (d.z.)