GUARDIAGRELE
Tabaccaio muore a 56 anni mentre lavora
I soccorsi sono scattati anche con l'elicottero. Il 118: "Siamo stati tempestivi, ma non c'è stato nulla da fare"
GUARDIAGRELE. È morto nella sua tabaccheria, stroncato da un infarto fulminante, mentre stava lavorando come ogni mattina. La tragedia, si è consumata ieri, poco dopo le 10, in via Roma, in pieno centro storico. A perdere la vita Antonello Adorante, 56 anni, titolare insieme al fratello Fabio della storica tabaccheria e ricevitoria del Lotto aperta nel 1966, frequentatissima sia dalla gente del posto che da quella dei paesi limitrofi.
Adorante era conosciutissimo sopratutto per il suo attivismo nell’Unità territoriale della Croce Rossa Italiana, dove ricopriva la carica di responsabile del settore sviluppo e informazione. Il tabaccaio, dopo aver improvvisamente avvertito un malore, si è accasciato a terra in fin di vita, sotto gli occhi dei familiari. Subito è stato lanciato l’allarme al 118 e da Pescara è partito l’elisoccorso che dopo circa mezzora ha fatto scendere i medici con il verricello in piazza San Francesco. Nel frattempo, a prestare i primi soccorsi al negoziante è arrivato il dottor Mario Gabriele che ha tentato di rianimarlo con il massaggio cardiaco e successivamente, con un defibrillatore prelevato nella vicina piazza Santa Maria Maggiore. Poco dopo è giunta anche una ambulanza da Casoli e l’elisoccorso.
Qualsiasi tentativo di rianimazione da parte dei sanitari è risultare vano. La notizia della morte di Adorante, che tutti conoscevano come una persona buona e altruista, si è cosi divulgata in un baleno. Adorante lascia la moglie Raffaella, i figli Antonio e Francesco, la mamma Donatella e il fratello. I funerali domani, alle 15, nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Sulla tempestività dei soccorsi interviene il coordinatore infermieristico del 118 Michele Cozza, che ieri ha fatto parte dell'équipe intervenuta a Guardiagrele. "I soccorsi sono stati tempestivi, con gli operatori che si sono calati con il verricello in pieno centro e hanno raggiunto subito il paziente. L'elicottero si è subito alzato in volo e con altrettanta tempestività ha portato un medico e il sottoscritto al centro del paese perché era il modo più rapido per raggiungere il paziente per prestargli le prime cure. Solo dopo averci calati si è alzato nuovamente per atterrare nella piazzola dell'ospedale in attesa che fosse concluso il nostro intervento".
"L'atterraggio, dunque, non è stato un problema, al contrario la discesa col verricello ci ha permesso di essere ancora più rapidi perché eravamo vicinissimi al luogo nel quale si trovava l'uomo, per il quale, purtroppo, l'assistenza prestata si è rivelata inutile. Davanti a una simile disgrazia - conclude Cozza - altre interpretazioni vanno lasciate da parte, così come eventuali polemiche riferite alle piste di atterraggio dell'elisoccorso".