Tagli Asl, cancellato un laboratorio analisi
La direzione aziendale azzera il servizio nell’ospedale Santissima Immacolata di Guardiagrele
CHIETI. Il Laboratorio analisi dell’ospedale Santissima Immacolata, a Guardiagrele, diventa un ricordo del passato. Uno dei pezzi superstiti dell'ospedale che fino a pochi anni fa poteva contare su reparti come Cardiologia, Ostetricia e Ginecologia chiude in forza della delibera 1932 adottata dalla Asl Chieti- Lanciano-Vasto lo scorso 19 dicembre.
«Un provvedimento che riguarda anche strutture analoghe della rete ospedaliera teatina», spiega Simone Dal Pozzo, avvocato e consigliere comunale autore per l'opposizione dei ricorsi che finora hanno bloccato la chiusura dell'ospedale guardiese, «ma che per il Santissima Immacolata rimane sospeso nella sua esecuzione fino alla conclusione dei ricorsi amministrativi. Siamo comunque di fronte», annota l'avvocato, «alla prosecuzione inesorabile del disegno di penalizzazione della sanità pubblica delle zone interne».
«Si ripronone ancora una volta», incalza Dal Pozzo, «il ragionamento che abbiamo posto alla base dei nostri ricorsi quando abbiamo detto che la difesa della posizione di Guardiagrele vuole essere il baluardo per la difesa di un patrimonio comune che è la sanità pubblica. E tra l'altro ci domandiamo quale sia il senso di una riorganizzazione del genere che inevitabilmente penalizzerà i diritti dei cittadini, perché, ad esempio, le lunghe liste di attesa del policlinico di Chieti anche per gli esami di laboratorio non possono essere smaltite facendo lavorare il laboratorio di Guardiagrele».
Al Santissima Immacolata continuerà a funzionare soltanto un punto-prelievi per diagnostica e urgenze con Poct, il sistema tecnologico con validazione dell'esame a distanza che rappresenta un passo indietro rispetto all'attuale configurazione del laboratorio. Dal Pozzo propone invece una soluzione alternativa alla nuova versione, depotenziata, dal laboratorio che negli ultimi anni ha anche contribuito ai successi del Centro raccolta sangue con cifre da record nelle donazioni volontarie, 1700 il nuovo tetto stabilito nel 2012.
«Perché non si pensa al laboratorio di Guardiagrele, in collaborazione con l'Università e con le case farmaceutiche, quale centro di sperimentazione come peraltro già in passato proposto alla direzione aziendale? E ancora ci chiediamo», osserva il consigliere del Pd, «se con questo sistema si vada effettivamente incontro ai bisogni di chi, come i pazienti oncologici, hanno necessità di esami immediati per verificare se sottoporsi o meno alle necessarie terapie».
Infine, l'avvocato rilancia le ragioni che tra il 2010 e il 2011 furono alla base dei ricorsi che tra Tar dell'Aquila e Consiglio di Stato fermarono il disegno di chiusura dell'ospedale progettato dalla Regione.
«Deve essere chiaro che la battaglia per la tutela della salute dei nostri territori non ha il fine di conservare una larva di assistenza ospedaliera, ma ha l'obiettivo di garantire il servizio sanitario alla popolazione». (f.b.)
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