Tares, ressa di utenti e proteste
Lo sportello della Teate servizi preso d’assalto da centinaia di cittadini in coda per i pagamenti
CHIETI. «Nel mio nucleo familiare è stata conteggiata una persona morta sette anni fa, è assurdo». E ancora: «L’imposta è stata calcolata anche su un garage considerato, incredibilmente, abitabile. Il Comune vuole fare cassa con noi». Almeno duecento persone. ieri mattina, si sono riversate, rabbiose, nei locali di palazzo De Pasquale, sede della Teate servizi, la società a totale capitale pubblico che cura la riscossione dei tributi per conto dell’ente.
Tutti erano in cerca di spiegazioni sulla bolletta della Tares. La nuova tassa sui rifiuti chiamata a sostituire, con parametri e tariffe decisamente superiori, la vecchia Tarsu. Il pagamento doveva essere liquidato, in un’unica rata, entro il 16 dicembre. Ma i ritardi di stampa dei bollettini hanno fatto slittare i termini di scadenza. Senza sanzioni accessorie, come la Teate servizi si è affrettata a comunicare nella lettera di accompagnamento al bollettino. Gli utenti però, a quanto pare, hanno registrato altre gravi anomalie capaci di far lievitare di molto i consumi calcolati dalla Teate servizi. Non a caso, cittadini furenti si sono presentata di buon’ora allo sportello della società per chiedere chiarimenti.
In pochi minuti, si è formato un vero e proprio serpentone di persone sulle scalinate che dividono il piano terra di palazzo De Pasquale dal terzo piano dell’edificio dove sono dislocati gli uffici della Teate servizi. Un ticket staccato di volta in volta dal personale della società ha regolato l’accesso delle persone tra mille difficoltà. Questo perché tanti utenti, anche anziani, sono stati costretti a sostare per ore su un pianerottolo angusto o, ancor peggio, sulle scale.
«Non ci sono neppure le condizioni minime di sicurezza per i cittadini», sibila una donna in fila. Parole che riecheggiano nei corridoi della Teate servizi presi d’assalto da una folla determinata a far valere le proprie ragioni. Uno dei disservizi maggiori riguarda il calcolo delle persone che abitano nella stessa casa.
«Un mio caro è morto nel 2006» dice un uomo «e in casa siamo timasti in due. Peccato che per la Teate servizi siamo sempre tre». Un altro cittadino racconta di abitare, da solo, in un alloggio di soli 21 metri quadrati ma il saldo Tares da pagare è pari a mille euro perché calcolato in base a 5 residenti ipotizzati. Altri utenti denunciano la dicitura in bolletta di un acconto Tares pari a zero nonostante sia stato già pagato a giugno.
Luciano Iezzi, direttore della Teate servizi, ribatte: «I calcoli, come da regolamento, sono stati fatti in base ai dati dell’anagrafe aggiornati al 1 gennaio 2013. Se un cittadino è morto o si è trasferito altrove il giorno dopo», sottolinea il dirigente, «paga lo stesso».
Jari Orsini
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