Tratta la moglie come una schiava: se lei non cucina, arrivano le botte. Allontanato da casa
Lui la costringeva a preparare da mangiare anche in tarda serata. Se lei si rifiutava, erano pugni in testa e intimidazioni: «Vado in galera, ma ti ammazzo»
CHIETI. La trattava come una schiava, a lui necessaria solo per cucinare e lavare. La costringeva a preparare da mangiare anche in tarda serata e, se lei non si alzava immediatamente dal letto per mettersi ai fornelli, erano pugni in testa e minacce di morte. Il marito violento, 67 anni, è finito sotto accusa per i reati di maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti della coniuge, di un anno più giovane. Il giudice Maurizio Sacco, su richiesta dal pubblico ministero Lucia Anna Campo, ha disposto l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare, con l’obbligo di mantenere una distanza non inferiore a cinquecento metri dalla vittima. I fatti sono avvenuti in un piccolo Comune alle porte di Chieti, che non indichiamo – così come il nome dell’indagato, difeso dall’avvocato Roberto Ferrone – per tutelare l’identità della donna.
LA DENUNCIA
La vicenda è venuta a galla quando la sessantaseienne, ormai stremata, ha chiesto aiuto dei carabinieri. «Stiamo insieme dal 2010», ha raccontato davanti ai militari, «è una persona dalla doppia faccia. Con gli amici è molto bravo e disponibile. Ma, dentro casa, con me è una bestia. È una persona molto violenta con me, non mi porta rispetto. E questa cosa si è aggravata da quando ha l’amante.
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