CHIETI / L'INCHIESTA
Truffe in casa a disabili e anziani. «L’affare gestito dalla camorra»
Bande di malviventi legate al clan Contini hanno raggirato i pensionati anche a Chieti e provincia. Si fingevano carabinieri e poliziotti per rubare soldi e oro. Le telefonate da Napoli e dalla Spagna
CHIETI. Le mani della camorra dietro le truffe ad anziani e disabili. Ci sono anche pensionati di Chieti e provincia tra le vittime di sette gruppi di malviventi napoletani che, per anni, hanno battuto l’Italia in lungo e in largo a caccia di persone deboli da depredare: a gestire quelle «batterie» pronte a tutto era il clan camorristico Contini. Lo svela un’indagine della procura di Napoli, conclusa venerdì scorso con il blitz di carabinieri e polizia: oltre all’associazione per delinquere, a 14 degli 82 indagati (51 quelli destinatari di ordinanza cautelare tra arresti e obblighi di presentazione alla pg) viene contestata anche l’aggravante della finalità mafiosa. Nelle casse del clan, infatti, finiva una parte dei soldi presi agli anziani: il 20, il 30 o anche il 40 per cento. L’oro, invece, veniva portato nelle gioiellerie compiacenti, in cui l’associazione riciclava i suoi proventi. Un business che fruttava anche fino a 200mila euro a settimana. Nelle 701 pagine di ordinanza di custodia cautelare sono ricostruiti circa 200 episodi di raggiri compiuti o tentati. È lungo l’elenco delle città abruzzesi prese di mira dai truffatori pendolari: Chieti, Lanciano, Vasto, Ortona, Mozzagrogna, Pescara, Sulmona, Pratola Peligna e Introdacqua.
IL MECCANISMO. Era ben collaudato. Esistevano dei “call center” a Napoli e in Spagna da cui persone molto abili a carpire la fiducia degli interlocutori si spacciavano per carabinieri, poliziotti, avvocati o assicuratori. Terrorizzavano gli anziani o i disabili facendo loro credere che un parente, quasi sempre un figlio o un nipote, aveva avuto un incidente e che servivano dei soldi, subito. Così la vittima faceva di tutto: presa dal panico, accettava di ricevere in casa un complice del telefonista e consegnava denaro, gioielli, in qualche caso persino la fede nuziale del congiunto morto. Ecco qualche esempio.
L’ANZIANO TEATINO. L’8 giugno del 2016 un 72enne che vive in via Ortona, a Chieti Scalo, riceve sul telefono di casa la telefonata di un uomo che, con il solito modus operandi, lo convince a versare 1.500 euro e consegnare numerosi gioielli. Le «telefonate ingannevoli» vanno avanti per un’ora e mezza. Poi a casa del pensionato si presenta un uomo che dice di far parte dei carabinieri e di avere l’incarico di ritirare soldi e preziosi. Lo sconosciuto riesce ad entrare nell’appartamento, a impossessarsi del denaro e di 13 oggetti in oro, lasciati su un tavolo. Il ladro si dà alla fuga e fa perdere le sue tracce scaraventando una borsa contro l’anziano che lo insegue per le scale. L’analisi dei tabulati telefonici svelerà che quelle telefonate erano partite dal centro storico di Napoli. E che a mettere a segno la truffa sono stati i napoletani Ciro Donnarumma, 37 anni, ed Enrico Lettieri (34), detto “Il Nano”. Da venerdì, il primo è ai domiciliari e il secondo è in carcere.
MAXI COLPO A ORTONA. Il 6 aprile del 2016 a finire nel mirino è un’anziana ortonese, 75 anni, residente in via Grilli. La donna viene contattata da un sedicente responsabile di un’assicurazione: «Suo figlio è stato fermato dai carabinieri, se non paga 5mila euro le cose per lui si mettono male. Tra poco passerà a casa sua la mia segretaria: se in questo momento non ha denaro contante, va bene anche l’oro». L’anziana, spaventata, consegna così 500 euro e gioielli per un valore di ben 12mila euro alla donna che suona al campanello e che è attesa all’esterno da un complice. Adesso gli autori del maxi colpo, Immacolata Bastone (44) e Giovanni Tesone (25), sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
LE ALTRE VITTIME. Una pescarese di 66 anni, che abita in via Gramsci, non cade nell’inganno: i tabulati svelano che quella chiamata è partita da un “call center” di Barcellona. Anche una lancianese di 70 anni, una 85enne di Sulmona e una 69enne di Vasto sventano la truffa. Il raggiro, invece, va a segno a Mozzagrogna, Pratola Peligna e Introdacqua: i malviventi fuggono con 6.500 euro e decine di gioielli.
IL MECCANISMO. Era ben collaudato. Esistevano dei “call center” a Napoli e in Spagna da cui persone molto abili a carpire la fiducia degli interlocutori si spacciavano per carabinieri, poliziotti, avvocati o assicuratori. Terrorizzavano gli anziani o i disabili facendo loro credere che un parente, quasi sempre un figlio o un nipote, aveva avuto un incidente e che servivano dei soldi, subito. Così la vittima faceva di tutto: presa dal panico, accettava di ricevere in casa un complice del telefonista e consegnava denaro, gioielli, in qualche caso persino la fede nuziale del congiunto morto. Ecco qualche esempio.
L’ANZIANO TEATINO. L’8 giugno del 2016 un 72enne che vive in via Ortona, a Chieti Scalo, riceve sul telefono di casa la telefonata di un uomo che, con il solito modus operandi, lo convince a versare 1.500 euro e consegnare numerosi gioielli. Le «telefonate ingannevoli» vanno avanti per un’ora e mezza. Poi a casa del pensionato si presenta un uomo che dice di far parte dei carabinieri e di avere l’incarico di ritirare soldi e preziosi. Lo sconosciuto riesce ad entrare nell’appartamento, a impossessarsi del denaro e di 13 oggetti in oro, lasciati su un tavolo. Il ladro si dà alla fuga e fa perdere le sue tracce scaraventando una borsa contro l’anziano che lo insegue per le scale. L’analisi dei tabulati telefonici svelerà che quelle telefonate erano partite dal centro storico di Napoli. E che a mettere a segno la truffa sono stati i napoletani Ciro Donnarumma, 37 anni, ed Enrico Lettieri (34), detto “Il Nano”. Da venerdì, il primo è ai domiciliari e il secondo è in carcere.
MAXI COLPO A ORTONA. Il 6 aprile del 2016 a finire nel mirino è un’anziana ortonese, 75 anni, residente in via Grilli. La donna viene contattata da un sedicente responsabile di un’assicurazione: «Suo figlio è stato fermato dai carabinieri, se non paga 5mila euro le cose per lui si mettono male. Tra poco passerà a casa sua la mia segretaria: se in questo momento non ha denaro contante, va bene anche l’oro». L’anziana, spaventata, consegna così 500 euro e gioielli per un valore di ben 12mila euro alla donna che suona al campanello e che è attesa all’esterno da un complice. Adesso gli autori del maxi colpo, Immacolata Bastone (44) e Giovanni Tesone (25), sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
LE ALTRE VITTIME. Una pescarese di 66 anni, che abita in via Gramsci, non cade nell’inganno: i tabulati svelano che quella chiamata è partita da un “call center” di Barcellona. Anche una lancianese di 70 anni, una 85enne di Sulmona e una 69enne di Vasto sventano la truffa. Il raggiro, invece, va a segno a Mozzagrogna, Pratola Peligna e Introdacqua: i malviventi fuggono con 6.500 euro e decine di gioielli.