Verso la riforma dei campionati
Rivoluzione firmata da Maccalli: serie B a due gironi, tre di Prima divisione e Seconda cancellata
UNA vera rivoluzione d'ottobre. L'aveva preannunciata il 4 agosto lo stesso presidente della Lega Pro Mario Macalli quando, in occasione dell'esclusione, con relativi ripescaggi dalle categorie inferiori, di una ventina di club (tra serie B, Prima e Seconda Divisione), si era così espresso: «Il prossimo anno il numero delle escluse potrebbero addirittura raddoppiare. Una vera follia, cui occorre porre rimedio, e da subito. Per questo, intendo istituire un'apposita commissione incaricata di studiare, in tempi brevi, una riforma generale dei campionati». Ancora Macalli: «Dal prossimo anno il numero delle squadre non dovrà superare le novanta unità. Per questo, al contrario del passato, non ci saranno ripescaggi, ma una riforma complessiva del settore, figlia delle classifiche e non della espulsione di club economicamente non in grado di affrontare un campionato professionistico».
Sembrava uno sfogo destinato, come altri, a finire presto nel dimenticatoio, complici le pressioni degli stessi club, da sempre abituati a vivere al di sopra delle loro possibilità. Ma potrebbe non essere così. La situazione di crisi deve aver raggiunto livelli tali da indurre la stessa Federazione a correre ai ripari. Varando una volta per tutte la tanto attesa riforma dei campionati che potrebbe non riguardare la sola Lega Pro, ma anche la serie B, di recente separatasi dalla A.
Stando infatti alle indiscrezioni, si andrebbe verso una B a due gironi da 18 (contro l'attuale girone unico a 22), e una Prima Divisione strutturata su tre gironi da 18 (contro i due attuali), per un totale di 90 squadre (contro le attuali 107, tra Prima e Seconda Divisione): guarda caso il numero invocato da Macalli. Ne conseguirebbe la scomparsa di 17 club e, più in generale, della stessa Seconda Divisione, fagocitata dalla LND. Fantascienza? Sembrerebbe proprio di no, alla luce del comunicato col quale la Lega Pro ha ieri annunciato le novità relative ai meccanismi di retrocessione del campionato 2010/2011 di Seconda Divisione, che prenderà il via il 29 agosto, ovvero sette giorni dopo quello di Prima.
Il punto nodale sta nella decisione di ridurre il numero delle retrocessioni in serie D. «Il presidente federale», recita sostanzialmente il comunicato, «preso atto del ridotto numero di iscritte (49 invece delle abituali 54, suddivise in due gironi da 16 e uno da 17, ndr) ed in virtù della delega all'uopo conferitagli dal Consiglio Federale del 4 agosto 2010, delibera la retrocessione diretta di una sola squadra nei due gironi a 16, e di due in quello a 17. A meno che», prosegue poi il comunicato, «il distacco tra l'ultima e la penultima (e tra la penultima o la terz'ultima nel girone a 17, ndr) non superi i 5 punti, nel qual caso si renderà necessario il ricorso ai play out, secondo la formula della doppia sfida diretta, con gara di andata da giocare sul campo della squadra peggio classificata».
Ovviamente bisognerà trovare un accordo (tutt'altro che facile) con la neonata Lega di B, indispensabile per il varo di una riforma (alla quale l'apposita commissione lavorerebbe sin da ottobre, al fine di rendere subito operative le novità) destinata a rivoluzionare il calcio italiano.
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