Via Penne con buche e topi, residenti furiosi

Il comitato: il sindaco aveva assicurato un nuovo asfalto entro sei mesi dal suo insediamento

CHIETI. Strade ridotte ad un colabrodo, odori nauseabondi sprigionati dalle vicine aziende che trattano anche rifiuti pericolosi ed una condotta idrica in eternit con l’acqua che sgorga bianca nei rubinetti del quartiere. Pieno, peraltro, di topi. I residenti di via Penne, l’arteria stradale che interseca la zona industriale dello Scalo, sono sul piede di guerra. Lamentano il mancato rispetto, da parte del Comune, delle promesse fatte. Quando chi abita in via Penne, attraverso il comitato civico “Insieme per via Penne,” ha chiesto e ottenuto ripetuti incontri con sindaco e assessori della giunta.

«Ma, ad oggi, nulla è cambiato. Anzi», denuncia Giovanni Cellini, presidente del comitato di via Penne, «le cose sono peggiorate. Questo quartiere vive nel degrado ed è abbandonato a se stesso».

La gente di via Penne è esasperata. Ieri si è riversata sulla strada per puntare il dito sui disservizi di un rione stretto nella morsa dei capannoni industriali dislocati a pochi metri l’uno dall’altro. «L’aria è irrespirabile, non solo d’estate. Facciamo fatica», spiega Cellini, «a tenere aperte le finestre e a stendere».

Lo scorso 26 settembre il comitato di via Penne, dopo una serie di miasmi insopportabili, ha chiamato i vigili urbani che hanno raggiunto la zona industriale in compagnia dell’assessore all’ambiente Emilia De Matteo e di alcuni tecnici dell’Arta. «Hanno appurato che l’aria era maleodorante. Così ci era stato assicurata la dislocazione di una centralina per il campionamento dell’aria di via Penne. Stiamo ancora aspettando».

Il Comune aveva garantito la stesura di un nuovo asfalto «che sarebbe dovuto arrivare», ricorda Cellini, «ha detto il sindaco entro sei mesi dalla sua elezione. Sono passati quasi quattro anni e via Penne è così come la vedete». Una sorta di mulattiera attraversata di continuo dai mezzi pesannti

«Ogni volta che passa un camion», dice una donna, «le nostre case traballano e siamo costretti a chiudere le finestre e ad alzare il volume della televisione».

Nelle giornate di pioggia i piani bassi di alcune abitazioni si allagano in quanto le griglie di raccolta dell’acqua piovana sono insufficienti. Un’altra preoccupazione, sicuramente non da poco, è data dalla conduttura idrica che serve la zona. «E’ in eternit», attacca il comitato di via Penne, «e ci eroga un acqua imbevibile». Da mettere in sicurezza, e subito, anche l’area a ridosso dell’ex conceria e una fogna a cielo aperto.

Jari Orsini

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