Appello di Lusi al Senato: votate no al mio arresto
L’ex tesoriere abruzzese della Margherita rifiuta il patteggiamento: "Il mio errore è aver agito senza ordini scritti"
ROMA. Luigi Lusi non molla. A pochi giorni del voto dell’Aula del Senato sul suo arresto, previsto per mercoledì, l’ex tesoriere della Margherita annuncia che non chiederà il patteggiamento e di voler essere processato. Quindi fa un appello ai senatori: votare contro la mia reclusione «perché non sussistono le ragioni». Il mio più grande errore è quello di «aver agito senza ordini scritti», anche se- aggiunge- è quello che fanno normalmente i tesorieri di partito. Bocche cucite dai vertici della Margherita, che pure Lusi chiama in ballo: l’unica risposta arriva dai legali del partito, che proprio ieri ha chiuso i battenti: «Continua nel suo pervicace tentativo di inquinamento della realtà», accusano gli avvocati Madia e Diddi. Il Pd voterà per le manette a Lusi, così come l’Idv che teme il voto segreto come strumento per salvarlo dal carcere. Il Pdl lascia libertà di coscienza ai propri senatori, mentre non è ancora definita la posizione della Lega, che nei giorni scorsi con Roberto Maroni aveva denunciato uno «scambio» (respinto al mittente da Anna Finocchiaro) tra Pd e Pdl sulla libertà di Lusi in cambio di quella del senatore Sergio De Gregorio. Lusi conferma la sua fiducia nella magistratura, dice affronterà il processo e non patteggerà la pena: perchè, spiega a Sky Tg24, «devo recuperare onorabilità e dignità rispetto alla mia famiglia ed al Paese e sono sicuro che alla fine la verità verrà a galla». L’ex tesoriere, Sottolineando che «non ci sono pericoli di fuga», si sente «vittima di un «patto scellerato»; conferma che vuol restituire la sua villa di Genzano (potrebbe andare a un polo culturale locale). «Mi sono assunto tutte le responsabilità di un tesoriere di un partito: ho applicato nei fatti un patto fiduciario che era stato negato da Rutelli, Bocci e Bianco. Ho messo in campo la restituzione degli immobili da aprile, e il fatto che essa venga negata dai responsabili della Margherita fa riflettere. Fa pensare se non accedono al maltolto...», dice nell’unico attacco che riserva ai vertici del partito. E rivendica, «c’era un collegio dei revisori, un comitato di tesoreria che controllava. Io non ero coperto, ma facevo tutto quello che mi era stato chiesto di fare all’interno di un sistema di relazioni fiduciarie». Mentre Matteo Renzi chiede al Parlamento di consentire l’arresto di Lusi. I legali della Margherita spiegano ancora: «Vorrebbe far credere di aver agito nell’interesse della Margherita ma, evidentemente, egli dimentica che proprio nei mesi scorsi quella stessa autorità giudiziaria gli ha sequestrato alcuni appartamenti, due ville, oltre che due milioni di euro.
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