Battiston investigatore:  «Stucky è anti-social e parla poco come me» 

Un nuovo ispettore di polizia sbarca su Rai 2 da questa sera La serie con Barbora Bobulova è ispirata ai romanzi di Ervas

Odia la vista dei cadaveri, non ha il telefono, «non ama perdersi in chiacchiere inutili, parla poco e odia i social come me», dice Giuseppe Battiston che gli presta il volto, annota tutto su foglietti volanti che riordina mentre è all'osteria del suo amico Secondo (Diego Ribon). Un nuovo ispettore di polizia sbarca in tv: è Giuseppe Stucky, in forza alla questura di Treviso, di origine persiana, empatico, solitario e pieno di manie, protagonista della nuova serie – liberamente ispirata ai romanzi di Fulvio Ervas– in onda su Rai2 da questa sera per un totale di sei prime serate. La regia è di Valerio Attanasio.
Al fianco di Stucky, troviamo Marina, meticolosa medico legale e amica di lunga data, interpretata da Barbora Bobulova, con cui l’ispettore ha un rapporto di intensa e un po’ maldestra intimità. «Stucky non è un uomo d’azione, non mena, non ha il porto d’armi», racconta Battiston. «È una figura abbastanza solitaria, ma non è solo. Adora passeggiare per le strade deserte di Treviso la notte. È moderno, decisamente calato nella sua realtà, così tanto che a volte si fa un bicchiere e fuma un sigaro, adora mangiare in trattoria con la sua amica Marina. Non è calato nella digitalizzazione: non ha uno smartphone, non ha un computer, neanche la patente. Ma ha una curiosità innata e fortissima verso le persone, dei cui caratteri si nutre, di conseguenza ha un grande intuito, prende ore di appunti sempre su tutto ma in osteria».
«Tra Marina e Stucky c’è una grande intesa, lavorano bene e parlano anche dei fatti privati, lei lo stuzzica», sottolinea Barbora Bobulova. «Si conoscono da tanti anni, come io e Beppe, questo ha aiutato molto». E Battiston aggiunge: «Di lui si sa pochissimo, al contrario dei protagonisti delle altre fiction: questo aspetto lo trovo interessante, è ciò che ci fa apprezzare le persone che incontriamo, il mistero che le avvolge, sennò se fossimo tutti risolti sai che noia...». «Treviso è perfetta», osserva ancora l’attore nato a Udine il 22 luglio 1968, «perché esprime molto benessere, ma fuori dal centro c’è malessere, insomma non fa eccezione rispetto ad altre città: ho trovato bello il contrasto tra l’eleganza della città e gli omicidi efferati». A chi chiede se Stucky ricordi il tenente Colombo, Battiston spiega: «Fumiamo entrambi il sigaro, il suo era uno scadente cubano, il mio toscano. Detto questo, io sono cintura nera del Tenente Colombo, ho avuto anche la fortuna di conoscere Peter Falk, ma se penso a lui penso ai film di Cassavetes. Non amo l’imitazione, poi cosa vuoi imitare Falck... non c’è intento di biopic in Stucky, piuttosto omaggiamo una struttura narrativa dei libri di Ervas che non si vedeva da tempo».
A tale proposito fa chiarezza il regista Attanasio: anche in Stucky, come in Colombo, «a differenza dei gialli classici, la rivelazione al pubblico dell’assassino avviene nei primi minuti. Ci è sembrato il modo migliore per concentrare l’attenzione sugli aspetti più psicologici di un omicidio, omettendo completamente la parte procedurale dell’indagine».
Battiston ha già interpretato il protagonista del libro di Ervas “Finché c’è prosecco c’è speranza” del 2017: : «Ho sfinito i produttori perché acquisissero i diritti dei romanzi. Volevo realizzare all’inizio una collana di film, ma in questi anni è difficile farlo, è meno difficile realizzare una serie. In un anno e mezzo li abbiamo acquisiti e grazie a Rai Fiction quel desiderio si è realizzato». Nella serie spiccano l’oste Secondo – l'attore Diego Ribon – consigliere e mentore di Stucky, e i due poliziotti a lui assegnati, Guerra e Landrulli, (gli attori Alessio Praticò e Laura Cravedi) che hanno imparato ad amarlo, ma non sempre a capirlo. Sullo sfondo, la bella Treviso, città ancora poco presente nell’immaginario cinematografico e televisivo. La serie è prodotta da Rai Fiction, Rosamont e Rai Com. Nella prima puntata ci sono Thomas Trabacchi e Marina Rocco.