Davide Orsini, il sogno di un film-musical tutto “made in Italy”
Stasera lo scrittore presenta il “Land of dreams” a Teramo In sala l’opera scritta con il molisano Nicola Abbatangelo
Fantasticare è una cosa seria. Lo dice un film sorprendente per il cinema italiano, il fiabesco musical The land of dreams, opera prima del regista molisano Nicola Abbatangelo, scritta con lo sceneggiatore abruzzese Davide Orsini. Il film, prodotto dalla Lotus di Marco Belardi e Rai Cinema, è in distribuzione con 01 da giovedì scorso, dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città.
I due talenti Abbatangelo, 34 anni, di Termoli, e Orsini, 38 anni, di Teramo, hanno costruito un film coraggioso, in costume, recitato e cantato in inglese, coreografie e canzoni originali di Fabrizio Mancinelli, budget di 6 milioni di euro, oltre due mesi di riprese e un lungo lavoro di post produzione per gli effetti speciali che portano lo spettatore dalla Prima Guerra Mondiale alla New York dei ruggenti anni Venti. Qui la giovane immigrata italiana Eva, lavapiatti del night Choo Choo Train, sogna di diventare cantante. Sogno che forse potrà realizzarsi quando conosce il pianista Armie, reduce della Grande Guerra, che ha il potere di far materializzare i sogni. Di tutto rispetto il cast: Eva è interpretata da Caterina Shulha (Tutta colpa di Freud, la serie), Armie è George Blagden, e poi Edoardo Pesce, Kevin Guthrie, Paolo Calabresi, Carla Signoris, Stefano Fresi.
Stasera Davide Orsini presenterà il film a Teramo, nella multisala Smeraldo (ore 21.30). Diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Milano, Orsini ha esordito come sceneggiatore nel 2013 scrivendo il lungometraggio Aquadro di Stefano Lodovichi, script finalista nell’autorevole Premio Solinas. Da allora tanti lungometraggi a soggetto e serie tv per la Rai, La porta rossa, e le piattaforme Netflix e Chili.
Orsini, com’è nata la collaborazione con Abbatangelo per “The Land of Dreams”?
Ci siamo conosciuti sei anni fa. Insieme abbiamo scritto il suo cortometraggio Beauty (su RaiPlay, ndc), vincitore nel 2018 di Alice nella Città. In quell’occasione fu visto da Belardi, che s’innamorò del progetto e ci disse che voleva fare un musical lungometraggio con noi. Anche Beauty è un musical rétro come The land of dreams. Il corto, sul tema dell’elaborazione del lutto, è ambientato nella Londra vittoriana, il lungo nella New York anni Venti, due fantasy con la stessa estetica rétro e gli elementi della magia e del sogno.
Il musical è poco presente nel nostro cinema. Quali i riferimenti?
Nicola e io siamo grandi appassionati di musical. I riferimenti portano al musical hollywoodiano, che amiamo e di cui condividiamo l’approccio romantico e caldo al racconto. Ovviamente Moulin Rouge di Luhrmann, più che La la Land di Chazelle, e Les Misérables di Hooper come aproccio produttivo.
Quando e dove avete girato? Avete impiegato molti effetti speciali?
Nove settimane di riprese, finite a dicembre 2019, negli studios Nu Boyana a Sofia, dove in due teatri posa sono state ricostruite tutte le locaton dallo straordinario scenografo Antonello Rubino, gli esterni di New York, il Choo Choo Train, le scene di guerra. C’era poi un terzo teatro col green screen per le sequenze oniriche e fantasy che hanno poi richiesto una lunghissima post produzione. Anche per questo il film esce solo ora. Merito dei produttori Marco Belardi e Paolo Del Brocco, presidente Rai Cinema, che hanno creduto nel film e lo hanno protetto senza mandarlo allo sbaraglio in piena pandemia.
Avete scritto il film già pensando agli interpreti?
No, il lavoro di scrittura è avvenuto in grande libertà. Abbiamo fatto i normali provini, ma limitati come numero di provinati perché in Italia ci sono pochi attori e attrici che sappiano ballare, cantare e recitare in inglese. Caterina si è dedicata tantissimo alla parte, durante l’estate ha studiato soprattutto a livello canoro.
La sua filmografia è eclettica, ma cosa predilige?
Sono eclettico perché sono uno spettatore onnivoro. Come autore per il cinema mi piace il genere, action, thriller, horror, ma a livello televisivo prediligo la commedia. Fino a Generazione 56k, serie tv coi The Jackal che ho scritto come headwriter per Netflix, non avevo mai fatto commedie ma mi sono trovato a mio agio.
Prossimo lavoro che vedremo?
Lidia Poet, sei episodi su Netflix a gennaio-febbraio 2023, un giallo ambientato a Torino nell’800, con Matilda De Angelis e Eduardo Scarpetta.
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