Gian Maria Volontè, l’uomo dai mille volti ci affascina ancora

24 Settembre 2024

Al cinema il docu-film ne ricorda vita e carriera  con immagini, clip, inediti e tante interviste

A 30 anni dalla morte di Gian Maria Volonté, uno dei più importanti e amati attori della storia del cinema italiano, arriva in sala, dopo il concorso alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione Venezia classici, il film di Francesco Zippel a lui dedicato. “Volonté - L'uomo dai mille volti”, evento al cinema con Lucky Red da ieri a domani 25 settembre, ne ricorda il percorso personale e artistico con immagini, clip, filmati inediti e tante interviste da Fabrizio Gifuni a Toni Servillo, da Valeria Golino a Valerio Mastandrea dalle quali emerge quanto Volonté sia ancora oggi un riferimento assoluto per i più importanti interpreti.
«Volontè» dice Zippel «è stato come suggerisce il titolo un uomo dai mille volti per la sua straordinaria capacità di lanciarsi ogni volta in una nuova avventura d’attore con la quale riusciva, con enorme talento e sensibilità, a tratteggiare personaggi di segno sempre diverso che raccontavano, anche quando lontani nel tempo, il suo originale punto di vista sui tempi che viveva». Artista e militante, Volontè è stato con le sue scelte un protagonista attivo e in prima linea di quegli anni. E forse questo è uno dei motivi del suo fascino ancora oggi. «L’eredità di Gian Maria Volontè» prosegue Zippel «è quella di un uomo che ha saputo vivere una vita all’insegna di una genuina coerenza umana, politica e artistica. Un’attitudine a cui ancora oggi guardano con stima e ammirazione moltissimi attori e attrici che lo vedono come un faro. Un modello che ha fatto breccia anche tra le generazioni più giovani, che lo stanno riscoprendo e che hanno la fortuna di vedere per la prima volta i suoi film. Questo documentario parla molto anche a loro». Prodotto da Quoiat Films con Rai Documentari e Luce Cinecittà il docufilm mette in luce «passione, spirito d’avventura, cameratismo di un attore capace di costruire, in una carriera lunga poco meno di 40 anni, un percorso coerente e appassionato, simile a quello autorale di alcuni registi come Montaldo, Petri e Rosi con cui ebbe la possibilità di instaurare dei felici sodalizi professionali. Un uomo integro, meticoloso fino all’ossessione, politicamente appassionato, ammirato da colleghi, pubblico e critica».
C’è il Volontè degli sceneggiati televisivi dell’Idiota, di Caravaggio, di Sacco e Vanzetti e quello dei western di Sergio Leone, Banditi a Milano di Carlo Lizzani, dei Fratelli Cervi di A ciascuno il suo di Elio Petri e tanto altro. Le sue scelte sono state sempre fortemente in contatto con l’intima volontà di raccontare figure che risuonassero con la sua curiosità e con la volontà di restituire frammenti di un preciso mosaico storico. Iscritto al Pci fino al 1977, nel 1981 aiutò l’amico Oreste Scalzone, militante di Autonomia Operaia, a sfuggire al mandato di cattura emesso per il Processo 7 aprile, scortandolo clandestinamente con la sua barca in Corsica. Morì d’infarto a 61 anni durante le riprese del film Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, il 6 dicembre 1994 e le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un albero nel cimitero de La Maddalena, in Sardegna. Proprio l’isola tanto amata si svolge da oltre 20 anni un festival che ne omaggia la memoria, La valigia dell’attore (vinto quest’anno da Sonia Bergamasco). Ed è tra le eccellenze la Scuola Volonté, centro di alta formazione della Regione Lazio dedicato alle professioni del cinema con un coordinamento artistico e didattico di cui fanno parte Valerio Mastandrea e Daniele Vicari.