“Goya. I disastri della guerra” messaggio di pace in 80 opere
Riunita al museo Paparella di Pescara la serie di incisioni del genio spagnolo Si tratta di disegni della maturità che raccontano l’occupazione di Napoleone
PESCARA. “Francisco Goya. I disastri della guerra. La serie completa di 80 incisioni”, a cura del critico d’arte Michele Tavola, è da ieri aperta al pubblico nella sede della Fondazione Museo Paparella Treccia, in viale Regina Margherita a Pescara.
La mostra, presentata ieri a Palazzo di Città dal critico curatore con Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione, sindaco Carlo Masci e amministratori comunali e regionali, per la straordinaria importanza artistica ed estetica delle opere esposte è stata descritta essa stessa come «uno dei capolavori della grafica di tutti i tempi». In quei fogli (dimensioni indicative 12 x 25 cm, ndc) l’artista spagnolo, pittore e incisore, narra tutta la violenza, la disumanità e l’ingiustizia della guerra combattuta tra 1808 e 1814, l’occupazione militare dell'esercito napoleonico in Spagna. Sei anni sanguinosi che causarono anche la carestia nella capitale spagnola e repressioni violentissime. Come aggiunge il critico curatore, «opere dal valore assolutamente universale, un messaggio di pace contro tutte le guerre nel mondo». «Si tratta di opere della maturità», continua Tavola, «realizzate tra 1810 e 1820 (Goya morì nel 1828 nell’esilio francese da lui scelto a Bordeaux, ndc) e pubblicate solo postume negli anni ’60 dell’Ottocento per la forza espressiva e di denuncia contenute, per le quali l’artista avrebbe rischiato il carcere. Opera sicuramente avanti sui tempi», sottolinea Tavola, conservatore alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il critico si è detto «amico del Museo Paparella», essendo già stato coinvolto nella cura di altre esposizioni dalla Fondazione, e di avere dunque accettato anche questa volta – «in via del tutto eccezionale avendo deciso di non concedermi ulteriori uscite di questo tipo, e in virtù della straordinaria qualità delle mostre passate ospitate dalla Fondazione Museo Paparella Treccia».
Oltre all’efficacia narrativa ciò che rende vieppiù straordinaria la mostra è la completezza della famosa serie, proveniente da collezione privata emiliana. Raramente, spiegano gli organizzatori, vengono esposte tutte le ottanta incisioni in quanto nel tempo sono state vendute separatamente dai galleristi con effetto di smembrarne il corpus, finalmente ricostituito da un collezionista privato. Dal tempo della loro pubblicazione, “I disastri della guerra” di Goya hanno goduto di una fama mai tramontata, tensione morale che oggi rimbalza drammaticamente sull’era contemporanea con il conflitto aperto nel cuore dell'Europa e in altre parti del mondo. «Queste opere rappresentano un incitamento alla fine delle ostilità, quasi un inno alla pace, ci auguriamo siano numerosi gli studenti che verranno a vederle». “I disastri della guerra” di Goya, in corso fino al 18 giugno, segue di quasi un decennio l’esposizione della serie delle incisioni sulla “Tauromachia” realizzate dal grande spagnolo, «un artista che ha segnato il discrimine tra arte antica e arte moderna con le sue opere». Così Renato Guttuso su Goya. «Vi sono artisti che hanno la capacità di imporre, imprimere nella memoria dei contemporanei e dei posteri, un’immagine condensata e siglata che sta tutta nel loro nome, quasi magicamente carico di un complesso potere evocativo: basta dire Caravaggio, Van Gogh, perché d’un colpo si presenti davanti a noi una sintesi tra artista, opera, personaggio, momento storico. Basta dire Goya». La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica (lunedì chiuso) dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle ore 16:30 alle 20:00, ingresso a pagamento. La mostra si svolge all’interno della storica villa in stile eclettico di fine Ottocento, appartenuta ai coniugi Paparella Treccia, oggi sede del museo che custodisce collezioni di capolavori dell’arte e della ceramica castellana.
La mostra, presentata ieri a Palazzo di Città dal critico curatore con Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione, sindaco Carlo Masci e amministratori comunali e regionali, per la straordinaria importanza artistica ed estetica delle opere esposte è stata descritta essa stessa come «uno dei capolavori della grafica di tutti i tempi». In quei fogli (dimensioni indicative 12 x 25 cm, ndc) l’artista spagnolo, pittore e incisore, narra tutta la violenza, la disumanità e l’ingiustizia della guerra combattuta tra 1808 e 1814, l’occupazione militare dell'esercito napoleonico in Spagna. Sei anni sanguinosi che causarono anche la carestia nella capitale spagnola e repressioni violentissime. Come aggiunge il critico curatore, «opere dal valore assolutamente universale, un messaggio di pace contro tutte le guerre nel mondo». «Si tratta di opere della maturità», continua Tavola, «realizzate tra 1810 e 1820 (Goya morì nel 1828 nell’esilio francese da lui scelto a Bordeaux, ndc) e pubblicate solo postume negli anni ’60 dell’Ottocento per la forza espressiva e di denuncia contenute, per le quali l’artista avrebbe rischiato il carcere. Opera sicuramente avanti sui tempi», sottolinea Tavola, conservatore alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il critico si è detto «amico del Museo Paparella», essendo già stato coinvolto nella cura di altre esposizioni dalla Fondazione, e di avere dunque accettato anche questa volta – «in via del tutto eccezionale avendo deciso di non concedermi ulteriori uscite di questo tipo, e in virtù della straordinaria qualità delle mostre passate ospitate dalla Fondazione Museo Paparella Treccia».
Oltre all’efficacia narrativa ciò che rende vieppiù straordinaria la mostra è la completezza della famosa serie, proveniente da collezione privata emiliana. Raramente, spiegano gli organizzatori, vengono esposte tutte le ottanta incisioni in quanto nel tempo sono state vendute separatamente dai galleristi con effetto di smembrarne il corpus, finalmente ricostituito da un collezionista privato. Dal tempo della loro pubblicazione, “I disastri della guerra” di Goya hanno goduto di una fama mai tramontata, tensione morale che oggi rimbalza drammaticamente sull’era contemporanea con il conflitto aperto nel cuore dell'Europa e in altre parti del mondo. «Queste opere rappresentano un incitamento alla fine delle ostilità, quasi un inno alla pace, ci auguriamo siano numerosi gli studenti che verranno a vederle». “I disastri della guerra” di Goya, in corso fino al 18 giugno, segue di quasi un decennio l’esposizione della serie delle incisioni sulla “Tauromachia” realizzate dal grande spagnolo, «un artista che ha segnato il discrimine tra arte antica e arte moderna con le sue opere». Così Renato Guttuso su Goya. «Vi sono artisti che hanno la capacità di imporre, imprimere nella memoria dei contemporanei e dei posteri, un’immagine condensata e siglata che sta tutta nel loro nome, quasi magicamente carico di un complesso potere evocativo: basta dire Caravaggio, Van Gogh, perché d’un colpo si presenti davanti a noi una sintesi tra artista, opera, personaggio, momento storico. Basta dire Goya». La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica (lunedì chiuso) dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle ore 16:30 alle 20:00, ingresso a pagamento. La mostra si svolge all’interno della storica villa in stile eclettico di fine Ottocento, appartenuta ai coniugi Paparella Treccia, oggi sede del museo che custodisce collezioni di capolavori dell’arte e della ceramica castellana.