Isabella Rossellini autoritaria da Oscar nel film “Conclave”
L’attrice è suor Agnes: «È un’ode al dubbio» Regia di Berger, Ralph Fiennes tra i cardinali
NEW YORK. Parla con lo sguardo e il suo silenzio vale più di tante parole. Isabella Rossellini è suor Agnes, la governante dei cardinali, in “Conclave”, il film diretto da Edward Berger e basato sull’omonimo romanzo di Robert Harris. Sarà nella sale cinematografiche italiane dal 19 dicembre distribuito da Eagle.
Per calarsi nel ruolo di una suora, la Rossellini ha fatto un salto nel passato, agli anni della sua infanzia e gioventù a Roma, in particolare a quando studiava in una scuola cattolica. «Sono andata a scuola con le suore fino a 16 anni», ha raccontato all’Ansa, «le mie suore erano buone e gentili ma anche con un’enorme autorità. Ho cercato di ricordarmi di loro nell’interpretare il mio personaggio. Suor Agnes è silenziosa e allo stesso tempo stoica e autoritaria». Girato prevalentemente a Cinecittà e nella Reggia di Caserta, il film vede protagonisti, tra gli altri, Ralph Fiennes (il cardinale Thomas Lawrence), Stanley Tucci (il cardinale Aldo Bellini), John Lithgow (il cardinale Joseph Tremblay), Sergio Castellitto (il cardinale Goffredo Tedesco).
La trama ruota intorno alla morte del Papa e il conclave che deve essere organizzato per eleggere il suo successore. Mano a mano che si procede con la votazione, si scopre che il defunto Pontefice aveva un segreto che deve essere svelato. «Il film», continua l’attrice, « ha tanti livelli, affronta temi conservatori, progressisti e umani, ma soprattutto è un’ode al dubbio ed è particolarmente evidente durante il finale». Il colpo di scena è offerto da Vincent Benitez (Carlos Diehz), un cardinale sconosciuto che lavora in Afghanistan. Senza rivelare troppi dettagli, “Conclave” arriva all’epilogo in modo quasi scioccante. «Quando ho visto il copione», spiega la Rossellini «l’ho dovuto leggere diverse volte e ho anche chiamato il mio agente per chiedergli un chiarimento. “Ho capito bene?”, ho detto. Poi mi sono rivolta a dei medici per avere la loro opinione e mi hanno spiegato che un 2 per cento della popolazione mondiale nasce con la condizione di cui si parla nel film. Oggi si parla tanto di generi sessuali ma si ignora un’ambiguità che in realtà è un tabù della nostra società. Sono curiosa di vedere quali saranno le reazioni da parte del pubblico anche a livello psicologico, ancora una volta il film espone un dubbio, noi vogliamo delle certezze e invece c’è il dubbio. Per me», aggiunge l’attrice, «è una qualità morale e noi da esseri umani non abbiamo tutte le risposte, vivere nel dubbio ci rende modesti perché ci mette in discussione». “Conclave” è già uscito negli Stati Uniti e per Berger, il regista tedesco-austriaco il cui adattamento di “Niente di nuovo sul fronte occidentale” ha vinto l’anno scorso 4 Oscar su 9 candidature, potrebbe di nuovo arrivare il riconoscimento cinematografico più grande. Da Oscar è anche la performance superlativa di Fiennes, che potrebbe portarsi a casa finalmente la statuetta come miglior attore dopo le candidature per “Schindler’s List” nel 1994 e per “Il paziente inglese” nel 1997.