Le due ali d’una farfalla spalancate sul futuro per ricordare il sisma

6 Aprile 2024

A Palazzo Ardinghelli l’installazione di Emanuela Giacco L’artista: «I nodi e le cime sono i nostri legami universali» 

L’AQUILA. Due grandi ali di farfalla azzurre come la libertà e grigie come la roccia accoglieranno i visitatori, da oggi al 21 aprile, nella corte a esedra di Palazzo Ardinghelli: è In un battito d’ali di Emanuela Giacco, opera commemorativa che il Maxxi L’Aquila ha scelto per ricordare i quindici anni dal sisma che il 6 aprile 2009 ha sconvolto la vita del capoluogo abruzzese e di altri cinquantacinque comuni. L’installazione, che ha ricevuto il patrocinio e il contributo del Comune dell’Aquila, è stata inaugurata ieri dal presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, insieme al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi e all’artista, aquilana di nascita, che al dramma del 6 aprile ha dedicato questo lavoro. «È per me un grandissimo onore e una forte emozione», ha detto Giacco, «presentare l’opera commemorativa che ho progettato per ricordare il quindicennale del sisma e le vittime, alle quali va il mio primo pensiero. Il terremoto ha trasformato la vita di noi tutti, ci ha tolto molto ma ha anche insegnato tanto: la fugacità della vita, il rispetto per il dolore degli altri, il senso di comunità, il bisogno della trasformazione e del cambiamento, come quello del bozzolo, il significato della parola rinascita, la stessa della farfalla evocata dalle ali della mia opera».
L’arte, dunque, come forza di ricostruzione, il messaggio è espresso in un’opera simbolo dell’anima, della trasformazione, della speranza, della bellezza e, allo stesso tempo, dell’inconsistenza della felicità. La farfalla è emblema di rinascita, vola dopo aver superato l’isolamento e la costrizione vissute da ciascun individuo toccato dal terremoto, un essere solo, che nel buio si congeda dalla sua prima esistenza e si prepara al futuro. Il filo che ha generato il bozzolo diventa materia delle nuove ali: i nodi delle cime nautiche di recupero utilizzate dall’artista simulano le relazioni fra gli individui: una rappresentazione “dell’Io” che si collega al “Tutto”, scintilla di energia che fa parte di un disegno più ampio.
«Nella progettazione dell’opera», ha detto ancora l’artista, «mi sono trovata catapultata nel passato, ho rivissuto le stesse emozioni e sensazioni, ho voluto guardare al presente e al futuro per lanciare un messaggio di rinascita, di metamorfosi, per l’appunto di cambio di forma, in senso assoluto. La farfalla è un simbolo di positività, ma al contempo la farfalla ha in sé la fugacità, la sua vita è molto breve. L’aspetto più profondo del lavoro non lo vediamo perché non sta nelle ali di farfalla ma nel bozzolo che rappresenta quello che ognuno di noi ha costruito in un momento in cui tutto viaggiava velocemente, le nostre case, il nostro io. Tutto era in evoluzione mentre stavamo cercando di affrontare una situazione così grande. Ognuno di noi si è racchiuso nel proprio bozzolo, il tempo si fermava, e lì abbiamo trovato il nostro momento nell’intimità elaborando il nostro dolore». Traccia del passato dell’opera è in questo bozzolo che è l’epidermide della farfalla. «Quindi il passato», ha aggiunto, «lo ritroviamo in questi intrecci che rappresentano i nostri legami universali, perché c’è una connessione di energia con tutto l’universo. Ho realizzato nodi e cime a rappresentare ciò».
La giovane artista si trovava distante dall’Aquila la notte della scossa. «Questo personalmente mi ha provocato un’elaborazionepiù lunga perché ho vissuto il dramma di lasciare una città che prima esisteva, per ritrovare qualcosa che non c’era più. Quel periodo è stato tragico: rientrata in città ho visto militari e posti di blocco, se uscivo alle 21 mi trovavo una torcia puntata sul viso. Negli anni a seguire, poi, ho vissuto le macerie che pesavano fisicamente e spiritualmente». Entusiasta Giuli. «La Fondazione», ha ricordato, «condivide con la comunità aquilana il momento solenne del quindicesimo anniversario del sisma. Ci siamo posti in ascolto di tanti soggetti di questo territorio, condividendone le speranze per il futuro e sostenendoli affinché si completi l’opera di ricostruzione materiale e sociale».