FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA
Melozzi a Sanremo dirige l’orchestra per Achille Lauro
E' un ritorno sul palco dell’Ariston: il musicista e compositore teramano accompagnerà il brano dell'emergentissimo trapper romano
TERAMO. Una bacchetta teramana per Sanremo. Ed è un ritorno sul palco dell’Ariston. Il musicista e compositore Enrico Melozzi dirige l’orchestra del Festival della Canzone italiana, chiamato dalla Sony che gli ha affidato l’emergentissimo Achille Lauro, pseudonimo di Lauro De Marinis, rapper e trapper di nuova generazione (Roma, 11 luglio 1990) che a sorpresa però al Festival bis del direttore artistico Claudio Baglioni preferisce percorrere altre strade, proponendo un brano del tutto diverso, dal titolo “Rolls Royce”.
«Mi piace molto questo artista», dice Melozzi, appena rientrato dalla Francia dove ha musicato la “Ballata di Johnny e Jill”, di Fausto Paravidino, che ha debuttato a Toulon e ora è in viaggio per il Teatro Stabile di Torino quindi per i palchi del Lussemburgo. «Ho accettato volentieri dopo aver ascoltato Achille, un rapper-trapper che si distingue dalla massa per contenuti e sperimentazione. E per Sanremo ha fatto una scelta opposta, coraggiosa per una bandiera del rap-trap, un pezzo rock&roll, divertente, moderno, cheguarda agli anni Sessanta, ma li rivisita in maniera intelligente. Sono certo che avrà successo, spopolerà nelle radio».
Melozzi (Teramo, 22 giugno 1977) torna dunque all’Ariston, dopo esserci stato per arrangiare e dirigere la canzone di Noemi che nell’edizione 2012 conquistò il podio, “Sono solo parole”, poi sempre con la rossa interprete romana nel ’14 con “Un uomo è un albero” che arrivò quinta. «Mi piace tanto stare a Sanremo», racconta il violoncellista anima dei Centocellos con Giovanni Sollima. «I maestri dell’orchestra per me sono come una famiglia, sono musicisti pazzeschi, suonano con cuore e energia. Ho fatto l’arrangiamento di “Rolls Royce”cercando di fare contenti sia i musicisti sia il cantante, che ha le sue esigenze espressive che ho cercato di conciliare con quelle del palco».
Il Festival sarà su Rai1 in diretta dal 5 al 9 febbraio. «Ci esibiremo la prima sera, poi o il mercoledì o il giovedì. E non si sa ancora con chi Achille farà il Duetto con Ospiti». Musiche composte da Melozzi, con Claire Dowie, anche quelle dello spassoso e moderno “Qeen Lear”, “Re Lear en travesti” che ha debuttato a novembre al Carcano di Milano e ora è Prato, con la compagnia meneghina Ninas Drag Queen. Intanto il maestro abruzzese continua nella sua opera «più importante»: «Sto componendo il sequel del Don Giovanni, lo faccio per mia necessità artistica: amo l’opera lirica, che non è una invenzione dell’uomo ma una scoperta, e le scoperte non hanno picchi evolutivi, invece la lirica d’avanguardia rovina quello che l’opera nata come movimento popolare aveva di splendido. Io torno indietro, a Mozart: il libretto di Marco Berardi è come quello di Da Ponte, la mia musica ha il linguaggio del ’700, non stiamo rivoluzionando il linguaggio, ma aggiungiamo nuove storie: Don Giovanni va all’inferno e il suo servo Leporello lo va a riprendere. Sarà divertente».
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