Milo Vallone racconta Liliana Segre

“Se questa è un’infanzia”: dal palco del “Tosti” di Ortona a Rete 8
L’AQUILA. Con una fortunata coincidenza, mentre riaprono i teatri chiude il primo ciclo di “L’arte non si ferma”, il progetto di teatro in tv del direttore artistico del Tsa Giorgio Pasotti. L’appuntamento su Rete8 è per domani alle 22,30, con lo spettacolo registrato dal vivo al Tosti di Ortona dal titolo “Se questa è un’infanzia”, ispirato al libro “La memoria rende liberi”di Liliana Segre ed Enrico Mentana, testo di Milo Vallone e Luca Pompei, diretto e interpretato da Milo Vallone, con il fisarmonicista Vincenzo De Ritis. Una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Il Fiume e la Memoria. «Scegliere di raccontare questa storia», spiega nel testo Liliana Segre, «è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare, di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea». Lo spettacolo si sviluppa seguendo sia le modalità tipiche del teatro di narrazione e sia le dinamiche del “progetto CineprOsa” ideato da Milo Vallone circa 15 anni fa, in cui i linguaggi cinematografico e teatrale intrecciandosi fanno sì che l’utilizzo del video a teatro non sia più solo un elemento di scenografia dinamica ma, dando vita a un continuo rimbalzo tra il palco e lo schermo, diventi esso stesso parte integrante della narrazione. Una narrazione emozionante su uno dei periodi più tragici del secolo scorso che invita a non chiudere gli occhi davanti agli orrori di ieri e di oggi, poiché «la chiave per comprendere le ragioni del male è l’indifferenza: quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore». Liliana ha 8 anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono su di lei e sulla sua famiglia. Il suo mondo si sgretola, l’arresto sul confine svizzero aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, in un Paese che non ha voglia di ricordare.