il romanzo dello scrittore lancianese
“Ombra o mai più” di Stefano Redaelli candidato da Mencarelli allo Strega
LANCIANO. Sono 20 i titoli proposti dalla giuria degli Amici della Domenica nel secondo gruppo di segnalazioni per la 78ª edizione del Premio Strega. Tra questi c’è “Ombra o mai più” dell’abruzzese...
LANCIANO. Sono 20 i titoli proposti dalla giuria degli Amici della Domenica nel secondo gruppo di segnalazioni per la 78ª edizione del Premio Strega. Tra questi c’è “Ombra o mai più” dell’abruzzese Stefano Redaelli, edito da Neo Edizioni (2022). Un libro in cui il docente di Letteratura alla facoltà di “Artes Liberales” dell’Università di Varsavia continua il suo racconto iniziato con “Beato gli inquieti” (2021), sui disturbi mentali e sulla fragilità che accomuna tutti, come una radice nascosta.
Anche il primo romanzo dell’autore di Lanciano era stato candidato allo Strega. «Chi l’ha detto che i matti mettono tristezza?». A domandarselo è Angelantonio Poloni, protagonista del romanzo. Nello sviluppo narrativo, lo spazio chiuso della follia e dei tre lunghi anni che Angelantonio ha trascorso in una struttura psichiatrica – raccontati in “Beati gli inquieti” – si apre al mondo di fuori in “Ombra mai più”, dove il protagonista deve confrontarsi con una società che guarda con sospetto chi ha subìto un trattamento psichiatrico. A presentare “Ombra mai più” è stato Daniele Mencarelli, autore pluripremiato per “Tutto chiede salvezza”, libro finalista al Premio Strega e che ha vinto il Premio Strega Giovani. Un romanzo da cui è stata tratta una fortunata serie tv su Netflix e che tocca tematiche simili a quelle affrontate dai libri di Redaelli. «I gesti di fiducia», scrive Mencarelli nelle motivazioni della candidatura al premio letterario più prestigioso d’Italia, «sono molto più frequenti di quel che si pensi. In fondo, la nostra vita è regolata da questi gesti, reciproci, di riconoscimento dell’altro e delle sue azioni. Poi ci sono gli scarti, quelli di cui non ci si può fidare, quelli che per tradizione e istituzione giocano il ruolo dei pericolosi, inaffidabili, imprevedibili. I malati mentali, così come i detenuti, gli ex tossicodipendenti, fanno parte di questa umanità tollerata solo se tenuta a distanza».
Di qui, il riferimento al protagonista. «È il caso di Angelantonio», scrive infatti Mencarelli, «tre anni passati in una struttura psichiatrica, di nuovo nel mondo e del mondo. Ma chi è disposto a dargli una nuova possibilità? Chi vede in lui qualcosa di più dell’uomo che ha passato tre anni in una struttura perché malato mentale? Non è la fiducia ad accoglierlo, semmai il pregiudizio, la paura. Ma Angelantonio ha dalla sua l’esperienza di chi conosce l’alfabeto del dolore, troverà modo di tornare al dialogo, a una nuova vita, fatta di consapevolezza, nel perenne squilibrio. Redaelli con “Ombra mai più” dà voce agli esiliati nello stigma, con la precisione e la delicatezza di chi scrive per amore". (fab.i.)
Anche il primo romanzo dell’autore di Lanciano era stato candidato allo Strega. «Chi l’ha detto che i matti mettono tristezza?». A domandarselo è Angelantonio Poloni, protagonista del romanzo. Nello sviluppo narrativo, lo spazio chiuso della follia e dei tre lunghi anni che Angelantonio ha trascorso in una struttura psichiatrica – raccontati in “Beati gli inquieti” – si apre al mondo di fuori in “Ombra mai più”, dove il protagonista deve confrontarsi con una società che guarda con sospetto chi ha subìto un trattamento psichiatrico. A presentare “Ombra mai più” è stato Daniele Mencarelli, autore pluripremiato per “Tutto chiede salvezza”, libro finalista al Premio Strega e che ha vinto il Premio Strega Giovani. Un romanzo da cui è stata tratta una fortunata serie tv su Netflix e che tocca tematiche simili a quelle affrontate dai libri di Redaelli. «I gesti di fiducia», scrive Mencarelli nelle motivazioni della candidatura al premio letterario più prestigioso d’Italia, «sono molto più frequenti di quel che si pensi. In fondo, la nostra vita è regolata da questi gesti, reciproci, di riconoscimento dell’altro e delle sue azioni. Poi ci sono gli scarti, quelli di cui non ci si può fidare, quelli che per tradizione e istituzione giocano il ruolo dei pericolosi, inaffidabili, imprevedibili. I malati mentali, così come i detenuti, gli ex tossicodipendenti, fanno parte di questa umanità tollerata solo se tenuta a distanza».
Di qui, il riferimento al protagonista. «È il caso di Angelantonio», scrive infatti Mencarelli, «tre anni passati in una struttura psichiatrica, di nuovo nel mondo e del mondo. Ma chi è disposto a dargli una nuova possibilità? Chi vede in lui qualcosa di più dell’uomo che ha passato tre anni in una struttura perché malato mentale? Non è la fiducia ad accoglierlo, semmai il pregiudizio, la paura. Ma Angelantonio ha dalla sua l’esperienza di chi conosce l’alfabeto del dolore, troverà modo di tornare al dialogo, a una nuova vita, fatta di consapevolezza, nel perenne squilibrio. Redaelli con “Ombra mai più” dà voce agli esiliati nello stigma, con la precisione e la delicatezza di chi scrive per amore". (fab.i.)