Renzo Arbore: «Le mie chicche da quella tv pensata per durare» 

Da domani insieme a Gegè Telesforo su Rai2 in seconda serata con “Appresso alla musica” Venti puntate di aneddoti, curiosità e ritagli d’epoca, «sempre con lo sguardo nel futuro»

ROMA. C'è Raffaella Carrà «che debutta come ballerina a Speciale per voi, cade, si rialza e continua a danzare». Ci sono «il debutto di Vasco Rossi, ma anche il primo Stefano Bollani, poi Elio e le Storie Tese, miei complici tante volte. E le prime apparizioni di Pino Daniele e Claudio Baglioni, artisti che sono usciti fuori con noi, con me e Gianni Boncompagni. Noi facevamo una tv da deejay». Renzo Arbore ha scelto «le chicche» del suo decennale e appassionato viaggio nella musica italiana e internazionale per la versione inedita e rinnovata del programma Appresso alla musica - Premiata bottega di antiquariato musicale, con cui lo showman torna su Rai2, da domani alle 23.15 (in replica il mercoledì successivo su Rai5 alle 22.15 e su RaiPlay).
«Con Gegè Telesforo, mio figlioccio, mio maieuta nonché mio complice da quando aveva diciotto anni», racconta Arbore, «siamo andati a ripescare, con la complicità di Rai Teche, aneddoti, curiosità e contributi video inediti della mia lunga carriera televisiva dedicata alla musica, dall’Altra domenica a Cari amici vicini e lontani, da Doc a Meno siamo meglio stiamo, da Tagli, ritagli e frattaglie a No, non è la Bbc. Attenzione, però», ride, «è un programma di Rai Cultura: non è una trasmissione strillata, anche perché ce le abbiamo quasi tutte...»
«È un campionario della mia televisione», prosegue, «da Battisti in bianco e nero a Mina che canta nel programma Amico flauto, da Troisi a Blitz con Minà, dai miei primi concerti swing a Parma alla prima apparizione di Lino Banfi, con cui poi ho fatto tante cose. E ancora, dalla sigla di Bandiera gialla cantata da Rocky Roberts a un'esibizione mia con Roberto Murolo e Lucio Dalla, sulle note della canzone napoletana. Insomma, tanta roba...».
Le venti puntate sono condotte da Arbore e Telesforo, scritte con lo stesso Telesforo e con Ugo Porcelli. Cadono in occasione di un compleanno speciale, i 70 anni della tv, che si festeggia il 3 gennaio: «Certo, è un motivo di emozione in più», sottolinea Arbore, «ma questo è soprattutto un programma musicale, un campionario della mia tv, che non è tv d'epoca, perché ho sempre realizzato le mie idee pensando al futuro. Piuttosto è una tv antica e perciò preziosa», tra l'altro oggetto di un accurato lavoro di restauro e di rimasterizzazione audio affidata ad Emiliano Portone. Ed è tv d'autore, «conserva le mie caratteristiche personali di appassionato che ha attraversato con leggerezza, ma spero con competenza, la storia della musica», in un panorama spesso a corto di idee, in cui «si cerca lo scoop» o «si preferisce la ripetitività perché garantisce ascolto. Il nostro impegno è stato per una tv che dovesse rimanere nel tempo, non una tv pret-a-porter», rivendica Arbore.
Nei «ventuno personalissimi format» che Arbore ha inventato, un'altra miniera di spunti potrebbe essere il varietà: da Indietro tutta a Quelli della notte: «Si potrebbe pensare a un’altra serie, se me la chiedono», sorride Arbore, che intanto è stato coinvolto dalla Rai per le celebrazioni di un altro importante anniversario, i 100 anni della radio, il 6 ottobre 2024: «Ho festeggiato i 60 anni di Radio Rai nell'84 con uno speciale in cui tutti i grandi protagonisti erano ancora vivi, dal Quartetto Cetra a Nilla Pizzi, da Sandra e Raimondo a Claudio Villa a Ruggero Orlando. Certo, oggi andrebbero ricordati anche gli artisti di Radio Rai oggi, come Lillo e Greg, Dose e Presta... E poi c'è Fiorello! Se è il mio erede? Spero proprio di sì, abbiamo tante cose in comune, la provenienza musicale, l'improvvisazione».
Attento al mondo social («ho un mio canale di webtv su cui raggiungo anche un milione di visualizzazioni»), attivo su Instagram e TikTok, a 86 anni lo showman pugliese è pronto a misurarsi con le sfide dell'intelligenza artificiale.
«Alcuni miei amici hanno chiesto all'intelligenza artificiale un progetto Arbore: in verità era molto banale, è venuta fuori una cosa già vista. Io invece ho cercato sempre di fare cose mai viste, ho sempre cambiato. E anche oggi, alla mia veneranda età, mi occupo del passato per fare vedere le fondamenta della radio e della tv alle giovani generazioni con l'idea di gettare le basi per costruire il futuro. Il segreto è guardare sempre avanti».