Tognazzi e l’Onesto Fantasma «L’amicizia va oltre la morte» 

Il 55enne attore romano in scena sabato al Castello Orsini Colonna di Avezzano «In Abruzzo le prime tournée con Gasmann. Ricordo bene Atessa e Sulmona»

AVEZZANO. Fare i conti con l'assenza, quella di un amico scomparso e non solo sul copione. A lui è dedicato “L'Onesto fantasma”, prodotto da Altra Scena, con Gianmarco Tognazzi, Renato Marchetti, Fausto Sciarappa. Un esperimento di meta teatro in scena sabato (ore 21) nella consueta cornice del Castello Orsini Colonna ad Avezzano. Una proposta della stagione indipendente del Teatro Off. Esattamente tre anni fa, Bruno Armando, è scomparso a 67 anni per una grave malattia dopo aver recitato al cinema, teatro e tv, lavorando anche come traduttore.
Lo spettacolo, scritto da Edoardo Erba, prende spunto da circostanze analoghe a quelle che i tre attori in scena si trovano a vivere, avendo conosciuto e lavorato con Armando: nella storia, quattro attori, che anni prima durante una tournée sono diventati grandi amici, si ritrovano in tre, perché uno di loro muore. Dei tre, Gallo (Tognazzi) ha nel frattempo fatto una rapida carriera ed ora è un personaggio cinematografico di successo. Gli altri due, Costa (Sciarappa) e Tito (Marchetti), hanno un disperato bisogno di lavorare e tentano di convincerlo a portare in scena un Amleto. Ma Gallo si rifiuta: senza l’amico – a cui voleva un bene dell’anima – non ha più nessuna intenzione di fare teatro. E qui la svolta geniale: per vincere la sua resistenza, Costa si inventa che nella produzione ci sarà anche l’amico scomparso, con tanto di nome sul manifesto. Gli riserveranno la parte del fantasma. Gallo non dà peso alla proposta, la prende come uno scherzo di dubbio gusto, finché una notte il fantasma appare veramente. Ed è un fantasma che sembra volersi vendicare dei suoi amici, che si trovano costretti a confessare i reciproci tradimenti. Ma che rivela infine di essere l’essenza del sentimento che li lega e li legherà per la vita. Alternando momenti realistici a scene shakespeariane, la commedia è un modo originale di rileggere l’Amleto dal punto di vista del fantasma. Ma soprattutto è la storia di un’amicizia speciale, talmente forte da eludere anche la morte. È un atto d’amore verso il teatro, dove ogni conflitto diventa accettabile perché riscattato dalla poesia. Di fatto, come ricorda l'autore, anche l'Amleto in sostanza è la storia di una vendetta. O meglio, l’analisi poetica dei sentimenti di un vendicatore. L’Onesto fantasma dunque è la storia di un’assenza. Di un'elaborazione del lutto dentro e fuori il teatro, lì dove il conflitto diventa poesia.
Tognazzi, chi è stato per lei Bruno Armando?
«Lui per me non è stato solo un compagno di tournée per 14 anni, ma anche una persona con cui ho fatto teatro per 14 anni. Abbiamo fatto tantissimi spettacoli insieme, a partire da Closer di Luca Guadagnino, passando per Rompiballe, Prima Pagina, fino ad arrivare a Nemico del Popolo di Ibsen. E quando Bruno ci ha lasciato, non mi sentivo di tornare a teatro perché era come se mi mancasse un pezzo».
E poi?
«Con Edoardo, Fausto e Renato abbiamo portato avanti un testo che parlasse di teatro, di dinamiche interne allo spettacolo, anche quando viene a mancare la colonna portante. Di qui la richiesta di scrivere qualcosa che non fosse solo un omaggio a Bruno ma qualcosa di più ampio, di universale».
Nello spettacolo, come nella vita, si fa i conti con qualcosa o qualcuno che ci manca. Lei che rapporto ha con l'assenza?
«Non ho certo un bel rapporto con la morte, intesa come assenza di vita, spegnimento, annullamento, qualcosa sempre difficile da accettare. Penso a Bruno e lo immagino in tour. Trovo conforto nel ricordo, ad esempio nei confronti di mio padre Ugo. In questo sono fortunato: mi capita spesso di rivederlo in televisione o di imbattermi in qualcuno che lo ha conosciuto. Ha lasciato una grande eredità».
Progetti presenti e futuri?
«Sto girando in Svizzera un poliziesco per Rsi ambientato nel periodo del carnevale. Nel Canton Ticino, quello del carnevale è un momento di inversione sociale in cui per qualche giorno si dimenticano regole e gerarchie. La storia parte da qui».
Ricordi che la legano all'Abruzzo?
«Ripenso alle prime tournée insieme ad Alessandro Gasmann. Portammo la commedia Uomini senza donne ad Atessa e Sulmona».